“365 pagine, così come 365 sono i giorni di un anno, dell’ultimo anno, che mi ha lasciato senza fiato, spossato, incredulo, arrabbiato, deluso. Ma non sconfitto. Forse moralmente, ma non umanamente.
365 pagine in cui si racconta dell’esistenza in città di un tessuto criminale. Una novità? No. Una sorpresa? Nemmeno. Un’eccezione? Neanche”. Così Angelo Riccardi avvia il suo discorso affidato a Facebook e diffuso da un suo collaboratore.
Non è più tempo di stare a sentire le solite storie di politici che hanno fatto la storia, che rimarranno nella storia e hanno speculato, giocato e approfittato sui sogni di sviluppo di un’intera città. Lui, Angelo Riccardi, cerca di minimizzare lo straordinario lavoro elaborato da una commissione che ha avuto il compito di tessere gli storici rapporti tra i mondi dell’imprenditoria, della politica e della malavita, e pure dello sport. Un lavoro straordinario, che mette a nudo l’identità, la parentela ed i rapporti di tutti gli uomini che nell’ultimo decennio hanno tracciato il percorso politico e pubblico di una città che doveva essere ancora più bella di quanto non lo è: Manfredonia. Una città violata, violentata, abusata, bistrattata che oggi chiede riscatto: VENDETTA. Chi pagherà oggi i danni commessi dalla politica? Continua la disamina dell’ultimo sindaco della povera Manfredonia: “A Manfredonia c’è criminalità, così come in tante altre città. La stampa fa la sua parte sviscerando (a modo proprio) le 365 pagine, ma anch’io farò la mia. Perché in quelle pagine emerge chiaramente che la criminalità non ha condizionato il normale andamento dell’attività amministrativa. Lo dico io? No, lo dicono le carte.”
La presunzione, l’arroganza non hanno limiti e in questo scritto ne traiamo le prove. Questo è il momento di far venir fuori le cose che quella relazione non dice e la gente abbia il coraggio, anche in modo anonimo, di raccontare la propria esperienza: quante sono le persone che devono riscuotere le promesse fatte da Angelo Riccardi negli ultimi 20 anni?
“Quelle stesse carte con tanto di RISERVATO impresso su ogni pagina per 365 volte, eppure girate a tutte le testate che ora possono utilizzarle a proprio uso e consumo, senza nessun rispetto per la privacy per persone che non c’entrano nulla eppure sono lì. Un documento che contiene una mole di dati incredibile, ma semplicemente perché incredibili sono le parentele o i collegamenti riportati. Un librone dove c’è una bella fetta della città, con nomi, cognomi, date di nascita. Allora siamo tutti mafiosi? No, semplicemente ci conosciamo un po’ tutti, così come accade in tutti i paesoni di provincia, specialmente al Sud, ma questo non può essere un buon motivo per fare di tutta l’erba un fascio” – continua l’uomo della politica. E’ vero, la violazione dei dati personali è assolutamente incredibile e lontana da ogni minimo rispetto sulla legge della privacy. Ma chiediamo e non vogliamo risposte perché non abbiamo più voglia di confrontarci con persone che, con il loro operato, hanno violato tutte le norme della buona decenza, non sono stati i loro atteggiamenti ombrosi a mettere in difficoltà le loro famiglie, i parenti più stretti, i propri figli, vere vittime di tutto questo macello? Non siamo tutti mafiosi, ma in troppi sono scesi a compromessi con un sistema mafioso che non è solo quello che ammazza in una campagna ma che fa corruzione, raccomandazioni, chiudere gli occhi su tantissimi fronti, favorisce amici a discapito del resto della città. Questi reati non sono stati commessi da persone mafiose ma da gente che ha accettato ed approfittato, per un interesse personale, di un sistema che nel suo insieme è stato definito dal Consiglio dei Ministri dello Stato italiano: Mafioso.
“Nell’era del virtuale l’immaginazione sembra aver superato la realtà e siamo passati da un eccesso di omertà ad un eccesso di zelo. Addirittura bisogna stare attenti a non abitare nello stesso quartiere di chi può essere finito per qualche motivo nel mirino delle forze dell’ordine. Oppure, bisogna evitare di porgere l’estremo saluto a chi ha lavorato con onestà e professionalità per una vita, ma aveva la colpa di essere fratello di ‘qualcuno’ (a proposito, il post ‘incriminato’ ha avuto 502 like; questo vuol dire che chi ha lasciato un like o un commento è un colluso?!)”. I commissari hanno creato “semplicemente” tutti i collegamenti possibili anche quelli più banali. Hanno raccolto denunce anonime che loro stessi definiscono irrilevanti quando parlano di “vicinanza quantomeno abitativa”. Hanno annotato gli auguri fatti da un Assessore ad un presunto delinquente (attualmente in carcere), fatti su Facebook. Fino a ieri, poiché ignari dello stile di vita delle comuni persone, molti di noi andavamo a prendere il panino nell’attività di questo personaggio.
Ed il finale del suo appello è da brividi. “Io non ci sto. Io non mi arrendo. La legge prevede che un Comune sia sciolto per MAFIA per l’accertamento di condizionamenti. Non mi sembra sia il caso di Manfredonia, nonostante le voci ed illazioni di tanti che non mi hanno mai ritenuto simpatico.
Provate a mettere da parte il partito preso o le opinioni personali e per una volta cercate, anzi, cerchiamo di essere tutti uniti e facciamo sentire le nostre ragioni. Tiriamo fuori la nostra dignità e chiediamo allo Stato delle spiegazioni, perché io non ci sto a portarmi dietro questo marchio INFAME e spero non ci stiate nemmeno voi. Farò sentire la mia voce e contesterò punto per punto. Lo farò per me, ma anche per VOI. Io sono pronto …”. Ora l’uomo che con tutti i suoi ex amici di partito, di opposizione, alleati, ex alleati, chiede alla città che HANNO devastato di tirare fuori la dignità? Dopo che grazie a LORO e la complicità di troppi tra di noi la città è arrivata in questo stato di dissesto finanziario-politico-giudiziario chiede solidarietà e di portare avanti un appello al lavoro svolto dalla commissione di accesso, chiedendo maggiori spiegazioni. ASSURDO!!!
Noi chiediamo al Comandate Provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Di Cagno di approfondire le indagini sul dissesto finanziario causato prevalentemente dalla Gestione Tributi, punendo i responsabili, complici ed evasori. Chiediamo al Procuratore Capo della Repubblica di Foggia dott. Ludovico Vaccaro di approfondire le indagini sulle responsabilità politico-amministrative che hanno creato il dissesto sociale che sta vivendo Manfredonia, punendo i colpevoli, poichè alla fine non vorremmo che a farne le spese sia solo il cittadino.
IO NON CI STO, Angelo Riccardi a continuare a sentire le tue storie. Un pò di dignità.
Raffaele di Sabato
Ottimo articolo!!!! Quando ci vuole, ci vuole…l’ex primo cittadino ha perso una buona occasione per stare zitto!
Grande Di Sabato. È ora che l ex sindaco ammetta anni di connivenze e pessima amministrazione. Adesso sembra che vogliano giustificarsi, intanto i contatti con soggetti poco raccomandabili c’erano è già questo è sbagliato per amministratori. Poi non parliamo solo del sindaco ma anche di certi assessori amici sappiamo di chi. A pagare saranno i cittadini che si ritrovano a vivere in una città ridotta in questo stato? Non è giusto. VERGOGNATEVI, ALMENO UN PO’.
Bravissimo Raffaele per l’articolo quando ci vuole ci vuole e basta ex sindaco ci hai macchiati tutti di mafia sai bene che in questi anni hai fatto il RE di Manfredonia non il sindaco
Hai ancora il coraggio di parlare dovresti solo stare zitto tu e tutta la tua famiglia ed i tuoi adepti
Vai via da Manfredonia che non meriti di essere cittadino di questa città
Dopo i primi cinque anni doveva “arrivare il bello”….e nonostante tante denunce che arrivavano dai vari giornali cartaci e non nulla cambiava e tanto meno si confermavano le stesse: il debito fallimentare del comune di messo in evidenza non dal comune ma da un cittadino, la sporcizia della città a seguito della raccolta differenziata veniva smentita, fino a quando si è visto invasi anche sui porti in maniera quasi irreversibile, mancanza dinisole ecologiche che avrebbero dovuto, da subito, affiancare la raccolta differenziata, spazzino che non spazzolato le aree assegnate, verde pubblico che di verde ha solo il colore…per grazia di Dio, se fosse per certuni tra verde e giallo secco non ci sarebbe differenza…anzi… Ma alla fine nasce spontanea una domanda ma la politica di cosa si è occupata….di affari di amici degli amici e di parenti… dice/scrive nero su bianco la Commissione, e quindi l’art 97 ha fatto molto fumo e niente arrosto come la mancanza di “dignità” di certuni che si erano vestiti come coloro che avrebbero fatto “il bello”, ma purtroppo così non è stato e la demagogia politica ha preso come al solito della buona e sana “P”olitica che realizza sempre il bene comune e l’interesse della collettività, che da diverso tempo non vede la luce su questo Paesone….
deve andare via da Manfredonia insieme ai suoi amici di partito che per 20 anni hanno governato male la città. Vergognatevi, andate via dalla città. Ci avete riempiti di debiti. Siete sempre stati degli incapaci. Siete stati capaci solo di fare promesse ai disperati per farvi votare. Andate via, sparite dalla città, non fatevi mai più vedere per strada. Ci fate schifo.
Di un bel tacer non fu mai scritto.
È evidente che la scarsa cultura non fa venire in mente altro che l’invettiva.
Saluti e speriamo di dimenticare presto questa brutta pagina della nostra storia locale.
Eccellente articolo di Raffaele Di Sabato. Congratulazioni