Ai Cera, l’ex parlamentare Udc, Angelo e suo figlio Napoleone, 39 anni, consigliere regionale dello stesso partito,verrebbero contestati tre episodi, tra cui pressioni su Sanitaservice e Asl per impedire l’internalizzazione del servizio Cup degli ospedali di Foggia. Il primo episodio riguarda un tentativo di concussione ai danni di alcuni dirigenti del Consorzio di Bonifica per la Capitanata finalizzati all’assunzione di alcune persone. Secondo l’accusa, per convincere il consorzio di bonifica a concedere quanto chiedeva, Napoleone Cera avrebbe presentato un emendamento alla legge regionale di riforma con l’obiettivo di ridurre i finanziamenti.
Il secondo riguarderebbe un episodio di corruzione finalizzata a sospendere l’affidamento alla Sanitaservice della gestione del Cup – Centro unico prenotazioni. Per tale vicenda risulta indagato anche il direttore generale dell’Asl, Vito Piazzolla.
Infine il terzo sarebbe un episodio di corruzione per favorire la nomina, quale commissario dell’Asp, di una persona indicata dai due Cera. In cambio padre e figlio avrebbero appoggiato Francesco Miglio, candidato sindaco a San Severo alle elezioni comunali. Su tale capo d’accusa, però, il gip ha respinto la richiesta di arresto in quanto non ha ritenuto sussistente l’ipotizzato scambio tra la richiesta di Emiliano (quella di aiuto elettorale) e la nomina chiesta da Cera (il commissario della Asp).
Il procuratore aggiunto Antonio Laronga ha raccontato in conferenza stampa che «per entrare nell’ufficio dei Cera a San Marco in Lamis si prendeva il bigliettino con il numero, come in salumeria. Mettevano in atto continue attività clientelari, per questo ne abbiamo ritenuta la pericolosità sociale e abbiamo deciso di chiedere l’arresto».
L’ipotesi del pm Marco Gambardella con l’aggiunto Antonio Laronga riguarda la nomina del commissario della Asp «Castriota e Corropoli» di Chieuti (dopo le dimissione del cda), un’azienda di servizi alla persona che controlla tre strutture assistenziali della zona garganica, e prende le mosse – lo si evince dagli atti finora conoscibili – dalle intercettazioni telefoniche disposte sull’utenza del consigliere regionale Cera, anche lui esponente dell’Udc come Ruggeri.
Nello scorso febbraio, a seguito delle dimissioni del cda, la Regione – come previsto dalla legge 15/2004 – avrebbe dovuto nominare alla Asp un commissario per sei mesi. Ed è a questo punto che – per quanto è possibile ricostruire anche attraverso fonti direttamente a conoscenza di quanto accaduto otto mesi fa – Emiliano (in quanto capo del centrosinistra in Puglia) avrebbe chiesto a Cera di impegnarsi per la ri-elezione di Francesco Miglio a sindaco di San Severo. Un impegno politico, appunto, che avrebbe avuto come contropartita la richiesta da parte di Cera di nominare a commissario della Asp di Cosimo Titta, avvocato fedelissimo del consigliere foggiano (di cui è collaboratore al gruppo Udc in Regione). Nomina che, peraltro, non è mai stata perfezionata perché Emiliano non ha mai firmato il relativo decreto.
L’assessore Ruggeri, che ha la delega al Welfare, è materialmente responsabile dell’istruttoria con cui poi viene formato il decreto di nomina. La Procura di Foggia lo considera evidentemente il «tramite» dell’accordo, anche perché l’esponente Udc doveva mediare con il Pd che invece chiedeva come commissario, Sabina Ferrero, assessore di un comune foggiano.
E proprio questo rappresenta un filone di inchiesta che ha coinvolto nei giorni scorsi, l’assessore regionale al Welfare, Totò Ruggeri e il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, entrambi indagati per una nomina (“mai fatta”) in una Asp, un’azienda di servizi alla persona. Era stato lo stesso Emiliano, ieri, dopo il suo assessore 24 ore prima, a rendere pubblico via Facebook del suoi coinvolgimento nell’indagine, lo stesso giorno che Ruggeri – convocato in procura – si era avvalso della facoltà di non rispondere, rinviando ai prossimi giorni la possibilità di chiarire i contorni della vicenda. Da qui l’intreccio con l’inchiesta madre, culminata oggi con gli arresti di padre e figlio. Da quanto si è appreso ci sarebbero altre persone indagate. Intanto, l’Udc ha sospeso dal partito i due Cera.
Nell’indagine figurano anche i nomi di Piazzolla ed una sesta persona, L.M. di Manfredonia finita sotto la lente degli inquirenti per un incarico nell’ambito della comunicazione per il gruppo regionale dei Popolari ricevuto dopo l’impegno elettorale di un parente stretto a favore dei Cera.