Martedì 19 Novembre 2024

L’Ospedale di Manfredonia verso un continuo impoverimento …

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Non si arresta la mannaia sui servizi erogati dall’Ospedale “San Camillo” di Manfredonia che cerca di salvaguardare: Cardiologia (8 posti letto), Chirurgia generale (18 pl), Gastroenterologia (10 pl), Ortopedia e Traumatologia (16 pl), Psichiatria (15 pl), Medicina generale (24 pl), Lungo Degenza (14 pl) situata nell’ex reparto di Ginecologia, trasformatosi nel tempo in servizio ambulatoriale come la Pediatria i cui ambienti ospitano il servizio di “Recupero e Riabilitazione” con 28 posti letto. Altri servizi garantiti sono: il Pronto Soccorso, l’Anestesia e quelli di supporto in rete di guardia attiva e in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore di Radiologia, Laboratorio ed Emoteca. “Si va verso un continuo impoverimento”, quanto denunciato dal vice presidente del consiglio regionale, Giandiego Gatta, a seguito dell’approvazione del documento unico di riordino ospedaliero u.s., “non solo la dizione “Ospedale di base Rafforzato” scompare, ma un dettagliato cronoprogramma, con scadenza al 31/12/2020, scandisce i tempi della chiusura delle specialistiche non previste da Decreto Ministeriale n. 70/2015 per gli ospedali di base, con trasferimenti delle stesse o presso i presidi ospedalieri di 1° livello o il riassorbimento presso altre strutture”. Continuano le scaramucce sui social network tra i due rappresentanti sipontini al governo regionale. Il consigliere PD Paolo Campo replica “ E’ vero! Il Piano prevede che tra diciotto mesi sia dismessa la gastroenterologia. Non sarà più un reparto ma un servizio che fornirà tutte le altre prestazioni. Abbiamo lottato perché si riconoscesse la possibilità di una deroga. Dopo due anni di “querelle”, è stato definitivamente chiarito che le Regioni non possono istituire presidi “rafforzati”. Continua Campo “Questo è quanto ed è noto a tutti. Invece abbiamo ottenuto un importantissimo risultato: consentire che gli Ospedali di base potessero mantenere strutture complesse. E così sarà”. In difesa dell’OP di Manfredonia si è mossa anche Rosa Barone, la consigliera regionale del M5S, rimarcando che “Nel corso degli anni si è assistito ad una progressiva riduzione di risorse umane, tecnologiche e finanziarie, che ha nei fatti cancellato le varie unità di eccellenza e pregiudicato la produttività di alcuni reparti dell’ospedale”. Esempi clamorosi sono la carenza di ortopedici, anestesisti e radiologi, mettendo a rischio le fondamenta stesse dei Servizi previsti per gli ospedali di base. Anche il Laboratorio di analisi ha subito delle riduzioni di personale con ripercussioni negative sulle attese per effettuare un prelievo. I disagi vissuti dal cittadino si ripercuotono sulla globalità dei servizi socio-assistenziali pubblici e la collettività sposta la richiesta di “care” verso quelli privati. Sempre che l’utente riesca a sostenere i relativi costi. Diversamente il meno abbiente non riuscirà più a curarsi. Il Piano di riordino ospedaliero pone, tra gli obiettivi essenziali, l’integrazione ospedale/territorio. Ripensa in una nuova chiave l’organizzazione e la modalità di gestione dei servizi, privilegiando forme alternative di assistenza (day service, ambulatorio). Su questi obiettivi gli operatori sanitari, le istituzioni e la politica locale e regionale dovranno continuare a confrontarsi se si vuole garantire il diritto costituzionale alla salute dei cittadini.

di Grazia Amoruso

 

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