E’ stata una cerimonia commovente e molto partecipata quella della dedicazione di San Leonardo in Lama Volara avvenuta domenica 6 ottobre. Una cerimonia di dedicazione di una chiesa non è un avvenimento consueto nella vita di una diocesi, di solito il rito inaugura un nuovo edificio di culto e per questo si celebra una volta sola per ciascuna chiesa, ma a San Leonardo, in conseguenza ai lavori di restauro tenutisi dal 2014 al 2016, che l’hanno riportata all’antico splendore, il vecchio altare è stato rimosso e sostituito da uno conforme ai dettami del Concilio Vaticano II, quindi, pur essendo stata edificata l’abbazia nell’XI sec. e dedicata nel 1951, si è resa necessaria una nuova dedicazione.
Ma cosa succede durante questa cerimonia? È uno dei riti liturgici più suggestivi e coinvolgenti e comincia con una processione verso l’edificio da dedicare, che sulla porta d’ingresso è consegnato al vescovo dai rappresentanti della comunità, dai progettisti e dalle maestranze. Una volta entrati, il vescovo asperge il popolo e le pareti del nuovo edificio in memoria del Battesimo. La liturgia della parola si svolge come al solito durante la messa.
Seguono i riti propri della dedicazione. Dopo il canto delle litanie dei santi sono deposte sotto l’altare le reliquie di martiri o di altri santi, nel caso di San Leonardo sono state deposte le reliquie di Sant’Aquila, San Ciriaco e Santa Modesta, già presenti nel vecchio altare, insieme alle reliquie dei Santi Antonio Primaldo e i suoi compagni, martiri di Otranto.
Quindi il vescovo canta la solenne preghiera di dedicazione. Seguono altri tre riti: l’unzione dell’altare e delle pareti, a ricordare che, come Cristo, anche i cristiani sono un popolo consacrato a Dio, l’incensazione dell’altare, del popolo e delle pareti, perché la chiesa è luogo della preghiera che sale al Padre come l’incenso profumato, e perché l’assemblea liturgica è il tempio santo di Dio e quindi è avvolta dalla nuvola d’incenso in segno di onore, quindi c’è l’illuminazione a festa dell’altare e della chiesa, perché Cristo è la luce che risplende sul suo popolo e sul mondo intero.
Padre Franco Moscone, vescovo della diocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, si è detto molto emozionato di dedicare questa chiesa così importante e così legata al culto Micaelico essendo un luogo di sosta dei pellegrini verso il santuario di San Michele.
Al termine della funzione Padre Ciro Mezzogori, della comunità dei Ricostruttori nella Preghiera a cui è affidata la custodia dell’Abbazia di San Leonardo, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione del rito e coloro che hanno partecipato alla ricostruzione dell’abbazia. Ha quindi ricordato e ringraziato il compianto Mons. D’Addario, che acquistando il monastero, fino ad allora proprietà privata, ha dato il via alla ricostruzione dell’Abbazia, e poi, visibilmente commosso, Padre Ciro ha ricordato con affetto Mons. Castoro che si è interessato affinchè i lavori procedessero e ha affidato la custodia dell’abbazia alla comunità dei Ricostruttori perché fosse abitata e di nuovo in attività. Padre Ciro, inoltre, ha messo anche in evidenza quanto sia necessario che San Leonardo diventi più accessibile, perché tutti possano godere delle sue bellezze in sicurezza. Ha ringraziato anche Padre Franco che, con la sua partecipazione alla dedicazione ha confermato la presenza dei Ricostruttori a San Leonardo, esternando a nome di tutta la platea l’affetto che in così poco tempo è riuscito a conquistare.
Alla cerimonia erano presenti anche l’arch. Francesco Longobardi, direttore dei lavori, e l’arch. Antonello D’Ardes, direttore operativo di cantiere quali rappresentanti di coloro che hanno seguito i lavori di restauro.
Adesso aspettiamo con ansia che il crocifisso dalla cappella della Cattedrale torni a San Leonardo e che al più presto vengano terminati i lavori di sistemazione del museo e la sua apertura al pubblico.
Mariantonietta Di Sabato
Foto di Pasquale di Bari
Un giornata, a dir poco, favolosa. Macchiata, purtroppo, dall’assenza delle Autorità. Ancora più incomprensibile, l’assenza della Polizia Municipale e delle Forze dell’Ordine che non hanno presidiato per assicurare l’incolumità dei numerosissimi partecipanti. In tanti hanno dovuto parcheggiare sul lato opposto della carreggiata mettendo a rischio la propria vita nell’attraversare a piedi la pericolosissima strada statale.