Nel pomeriggio di ieri i Carabinieri della Stazione di Monte Sant’Angelo sono nuovamente tornati a porre i sigilli al bar “Iper coffee”, in corso Giannone, notificando al titolare dell’attività, AZZARONE Michele, un’altra sospensione della licenza, questa volta per 10 giorni, in esecuzione del provvedimento emesso su loro proposta dal Questore di Foggia in base all’art. 100 del TULPS.
Nel corso dei quotidiani servizi perlustrativi, i Carabinieri del locale Comando Stazione avevano nel tempo dovuto verificare che il precedente “ammonimento” non aveva sortito gli effetti dovuti, essendo il locale tornato abituale ritrovo di numerosi pregiudicati del paese.
Già nello scorso marzo, infatti, lo stesso bar aveva dovuto chiudere i battenti per sette giorni per un analogo provvedimento, anche quella volta motivato dalle sospette continue frequentazioni da parte di numerosi soggetti con pesanti pregiudizi penali.
Alla sua riapertura i Carabinieri vi avevano allora intensificato i controlli, identificando al suo interno, a tutte le ore di tutti i giorni, intenti a consumare bevande e a intrattenersi tra di loro un numero di pregiudicati oltremodo sospetto.
Sulla scorta di tali evidenze, avendo in ogni circostanza dato sempre le verifiche riscontri positivi circa la presenza di numerosi pregiudicati all’interno del locale, alcuni dei quali di elevata pericolosità sociale, anche contigui alla locale criminalità organizzata e di spicco della malavita garganica in genere, e visto che il titolare nulla aveva fatto per impedire tali frequentazioni, la proposta di sospensione della licenza è stata celermente recepita e condivisa dall’autorità provinciale di P.S., che ha pertanto emesso il provvedimento.
Anche questo risultato, insieme alle numerose attività di controllo che vengono effettuate nel comune di Monte Sant’Angelo, s’inserisce nella strategia di quotidiano contrasto ad ogni forma di criminalità e, più in generale, nell’azione di ripristino della legalità e di restituzione del territorio alla parte onesta della popolazione perseguita dall’Arma e da tutta la “Squadra Stato”.