La Festa dedicata ai nonni, istituita da alcuni anni dà maggiore senso e significato all’opera di coloro che, prima genitori, poi nonni, hanno speso la loro esistenza dedicandola prima alla propria famiglia, poi, a quella dei figli. Un valore aggiunto che oggi, più che mai, per gli impegni di lavoro di ambo i genitori, molte coppie incontrano serie difficoltà nella gestione dei propri figli. A questo si aggiunge la crisi economica, la mancanza di lavoro, che, sovente mette in ginocchio la nuova famiglia. Ecco che intervengono i nonni, anche economicamente, nonostante la irrisorietà della propria pensione. Ciò nonostante, gli innumerevoli fatti di cronaca ci portano a scoprire quanto poco interesse riserviamo agli anziani, molti dei quali sono abbandonati dagli stessi figli, dai parenti, dalla società. E per liberarci di loro li lasciamo in istituti, o pseudo case per anziani dove, sovente, non sono trattati umanamente. A ciò deve aggiungersi la poca attenzione che è riservata loro anche dalle Istituzioni preposte alla tutela della dignità degli anziani. Richiamiamo, perciò, l’attenzione di quelle famiglie dove sono presenti gli anziani, di riservare loro tanto amore e comprensione. E per questo, desideriamo parlarvi di un genitore che, attraverso un racconto, che vuole essere un vero e proprio testamento morale, illustra al proprio figlio la futura condizione di ogni uomo…“Un giorno mi vedrai vecchio”. Se mi sporco quando mangio e……. non riesco a vestirmi … abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose…non mi interrompere… ascoltami. Quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare…ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza delle nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico. Ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’ABC. Quando a un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso…dammi il tempo necessario per ricordare, se non ci riesco, non ti innervosire. La cosa più importante non è quello che dico, ma il mio bisogno di essere con te e di averti ed averti lì che mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo, non trattarmi come fossi un peso. Vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei essere morto…non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che, nonostante i miei errori, ho sempre voluto il meglio per te, che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza. Dammi una spalla su cui poggiare la testa, allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te. Aiutami a camminare. Aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza. In cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlio mio! prego per te anche se mi ignori.
Oggi è la Festa dei Nonni. E’ bello avere un giorno per poter far loro gli auguri. Non solo questo giorno, ma ricordarli tutto l’anno, amarli, avere tanta pazienza con loro e non lasciarli mai soli.
Matteo di Sabato