Alle ore 16:00 dello scorso 14 Settembre la sveglia è suonata a Manfredonia. Diverse associazioni si sono date appuntamento in Piazza del Popolo per poter partecipare ad un’iniziativa nazionale intitolata “3 ore per la salute”, organizzata in diverse città SIN (Siti di interesse Nazionale). La Piazza è ritornata perciò culla della Politica, laboratorio d’idee e occasione di confronto su tematiche comuni. In Puglia le città aderenti alla manifestazione ideata dall’Associazione Magliette Bianche di Livorno sono state Manfredonia e Taranto. Manfredonia rientra infatti, così come Taranto, nei Siti SIN a causa dei danni procurati dall’industria Ex Enichem, ubicata nei pressi della piana di Macchia. Lo scopo del sit-in, indossando una semplice maglietta bianca, da sempre colore per antonomasia di purezza e pulizia, era quello di richiedere una bonifica vera e partecipata. Questo è stato infatti il focus affrontato dalle varie associazioni. Tra i presenti le “Magliette bianche del Gargano”, fautori dell’iniziativa, che hanno avanzato una proposta universalmente condivisa: riconoscere gli abitanti dei siti SIN come tali a livello nazionale, garantendo loro visite mediche specialistiche, nonché lo screening al polmone. Era presente anche una rappresentanza del Coordinamento Cittadino Ambiente e Salute, che ha visto nell’istituzione della Casa della Salute e dell’Ambiente dello scorso 6 dicembre il risultato delle lotte dell’88/89, anni in cui la Piazza è divenuta Università, luogo di apprendimento permanente, che ha permesso di acquisire materiale utile per poter avanzare una causa contro l’Enichem, azienda di Stato. La Casa della Salute e dell’Ambiente è intesa come “una struttura di vetro” fondata perciò sui principi della trasparenza e dell’onestà. Le richieste avanzate anche dalle altre associazioni presenti, quali ad esempio Manfredonia Nuova, riguardano la richiesta di una bonifica partecipata che va a sostituirsi ad una lacunosa, poiché i dati pubblicati nel giugno 2018 sul sito del Ministero dell’Ambiente rivelano come sia stata realizzata solamente al 18%. Nel frattempo dal 1976 gli inquinanti sono percolati e hanno raggiunto i 17-18 m di profondità e stanno per invadere la falda acquifera, così come hanno riferito i Verdi di Manfredonia. Tra le metodologie di bonifica è stata proposta la tombatura, il ricoprire cioè la zona colpita, ma essendo il terreno “un colabrodo”, ovvero terreno di natura carsica, i rischi per la falda acquifera non risulterebbero risolti. A prendere la parola anche l’ODV “Noi Manfredonia” operante nei territori dei comparti, zona caratterizzata da abitanti piuttosto giovani che per i loro figli piccoli richiedono maggiori tutele e salute. Le conseguenze dell’azienda Enichem sono tuttora evidenti. Dal 26 settembre 1976, data emblematica, giorno dell’esplosione della colonna dell’arsenico, sono aumentati i casi di malattie cardiovascolari, tumori al polmone e malattie congenite, così come malattie neurogenerative. E’ stato dimostrato perciò, come problematiche ambientali determinino conseguenze sulla salute della popolazione. Lo scorso 2018 è deceduto infatti l’ultimo operaio del Magazzino Insacco, dove lavorava l’operaio forse più conosciuto dell’azienda Enichem che è Nicola Lovecchio. E’ per questo che diviene necessario ed urgente mobilitarsi nella costruzione di una cittadinanza attiva. Nonostante la divulgazione poca è stata però l’affluenza. L’invito ad una maggiore partecipazione è rivolto anche e soprattutto alle nuove generazioni, le quali sulle “spalle dei giganti” (coloro che da più di 40 anni lottano per la salute) potranno guardare più lontano nella ricerca di buone prassi nell’ottica dell’educazione alla sostenibilità. La sveglia è suonata, ma non rigiriamoci dall’altra parte.
Angela la Torre