L’Associazione di promozione sociale “Ad Personam” nasce nel novembre del 2016 a Manfredonia ed è l’espressione di sogni e progetti delle socie fondatrici, tre donne professioniste e mamme che da più di quindici anni lavorano nel sociale con impegno e passione. La dottoressa Marialibera Pasqua, la dottoressa Silvana Spagnuolo e l’avvocatessa Maria Chiara Bavaro. “Ad Personam” ha come mission il benessere della persona nelle varie fasi della vita, dalla prima infanzia all’adolescenza e dell’età adulta, con varie attività, nei diversi contesti personali: gravidanza, allattamento, famiglia, educazione e gestione dei figli, difficoltà coniugali e separazione, salute mentale e fisica.
- Come nasce l’idea di costituire un’associazione?
“Nasce per unire le nostre forze e i nostri obiettivi comuni. Prima avevamo un’idea individuale, ora insieme si riesce a fare meglio per raggiungere più settori. Insieme le idee si moltiplicano. Stiamo cercando allo stesso tempo di coinvolgere più famiglie e più soggetti”.
- Quali sono le iniziative che avete promosso sul territorio?
“Le iniziative riguardano l’intero ciclo di vita della persona: dalla maternità, quindi la prima infanzia, l’adolescenza e l’età adulta. Abbiamo promosso soprattutto dei laboratori rivolti alle famiglie, ma non solo; oltre dei convegni di divulgazione del benessere, lavorando molto sulla prevenzione. Per esempio abbiamo organizzato una mostra fotografica che ha dato la possibilità alle neomamme di inviarci una foto che potesse ritrarre il momento più intimo con il proprio figlio, cioè durante la fase dell’allattamento.
Ultimo in ordine di tempo, una serie di incontri dedicati alle mamme, “Cerchio di latte” sia per sostenere l’allattamento al seno, ma soprattutto per aprirsi al confronto, scambiare idee per non ritrovarsi sole in questo percorso molto delicato e particolare”.
- Sensibilizzare, creare una rete tra le famiglie, tra donne diventa una strategia vincente per colmare le numerose lacune presenti nel settore sociale e pubblico. Quali sono le difficoltà più grandi per una madre che lavora, e di conseguenza per la famiglia?
“La conciliazione dei ritmi del lavoro con quelli della famiglia, in primis. Dalla nostra esperienza abbiamo notato la difficoltà di dedicarsi un po’ di tempo per gli spazi personali. Abbiamo constatato, inoltre, la problematicità delle mamme a partecipare ad un’ora dei nostri laboratori per gli stessi motivi”.
- Quale la vostra esperienza sul campo? La famiglia è profondamente tutelata oppure lasciata sola a navigare tra le intemperie del quotidiano?
“La famiglia non è abbandonata a sé stessa, ma è seguita da agenzie principali, quali la scuola e la parrocchia. La chiesa è riuscita a far convogliare bene le forze intorno alla famiglia in modo ottimale, crediamo. Poi ci sono organizzazioni satelliti come la nostra associazione che favoriscono un ulteriore aiuto. La nostra caratteristica è di creare rete con il resto delle agenzie presenti sul territorio. Ci sforziamo di non lasciare le famiglie isolate”.
Maria Pia Telera