Sono stato ospite di Amici c/o lo Sporting Club di Siponto.
…mai avrei pensato di meravigliarmi e non per essere tornato.
Tremante nella parola, per quella sorta di timidezza
che esiste sempre in chi fa le cose con il cuore,
mi accingo a fare una confessione.
Incredibile! Per un attimo, tutti i cassetti della memoria si sono aperti.
L’”otium creativo”, attivo e vivace che mi ha permesso
di ridisegnare e rinnovare lo Sporting Club,
negli anni di mia Presidenza, si ripresenta.
È un attimo. Lungo una vita, ma solo un attimo.
Mi sono guardato intorno un po’ stranito.
Alla consolle, con i suoi vinili, Loris! Lo scoprii 30 anni fa.
Quanti volti noti. Sono cresciuto con loro.
Volti timidi, guasconi, allegri, confidenziali, furbi, divertenti.
Abbiamo vissuto insieme.
Abbiamo goduto di un’organizzazione molto accurata
che ha reso indimenticabile un’esperienza di vita.
Continuo ad amare Siponto, lo Sporting Club e la loro storia,
ma non mi lascio sopraffare da ricordi legati ad un tempo che mai tornerà.
La mia lunga storia d’amore con Siponto è sempre viva.
Cammino verso il mare in preda ad una sorta di raptus.
La distesa di acqua fa il pieno di luce lunare. Che spettacolo.
Chiudo gli occhi e respiro a pieni polmoni.
Annuso l’aria per godere degli odori.
Soffio forte forte intorno a me.
Come a voler rianimare tutto ciò che mi circonda.
Riapro gli occhi.
Ma, i cassetti si sono richiusi. Il tempo è finito.
Il mondo non si ferma, ma io scendo qui.
Ragazzi. Amici. Proseguite per la vostra strada.
Ma, vi prego non parlate di ricordi.
Usate i ricordi per costruire il futuro.
E poco importa se le zanzare sono sempre più assatanate e
le strade sono un percorso di guerra.
Siponto non ha mai vantato “una salute di ferro”.
Anzi spesso ha indossato “vestiti dimessi”.
È vero, però, che quando era abitata da persone “affette da sipontite”,
(una patologia che si tramandava di padre in figlio),
un “sipontino” mai avrebbe permesso ai “giardinieri” di potare gli alberi e
depositare il fogliame per strada.
Un “sipontino” mai si sarebbe permesso di conferire la spazzatura
in posti non autorizzati.
Un “sipontino” mai avrebbe permesso alle erbacce di crescere “alte e rigogliose”.
Il sipontino ha avuto coni d’ombra,
ma gli ha sempre diradati trovando soluzioni adeguate.
Basta con la SIPONTO bistrattata. Vilipesa. Violentata.
Oltraggiata ogni giorno. Ogni ora. Ogni minuto.
Il passato è storia chiusa. Non ritorna!
Riscopriamo il “sipontino” che è in noi, “per la Peppa”!
Buona vita!
Ps. Per gli antichi romani il termine “otium” non significava “dolce far niente”,
bensì un tempo libero dagli impegni nel quale era possibile
aprirsi alla dimensione creativa.
…grazie.
Lino Campagna