Forse è vero, ci siamo abituati a guardare troppo la nostra città dall’alto, forse per continuare ad alimentare speranze per un futuro più fortunato per la “Porta del Gargano”, forse perché dall’alto le buche delle strade e le erbacce che lambiscono i marciapiedi non si vedono. Si può essere critici quanto si vuole nei confronti della propria città e non si può certo dar torto a chi suggerisce di prendere spunto da altre realtà pugliesi che sono un vero esempio di come le nostre bellissime città di mare possano diventare attrattive molto più di quanto si possa pensare. Le tante disgraziate vicende che ci stanno portando a scemare il nostro senso di appartenenza alla città di Manfredi, però, passano in secondo piano quando con gli occhi di gabbiano guardiamo Manfredonia dall’alto. A rendere Manfredonia speciali è sicuramente il suo essere città di mare e di montagna. Proprio sulle montagne sipontine sorge la frazione San Salvatore, diventata ormai un borgo nel quale la vita scorre con gli invidiabili ritmi di chi ha la fortuna di vivere in posti incontaminati e immersi nella natura. La piccola frazione, posta a 7,5 km dal centro di Manfredonia, diventa un luogo di ristoro soprattutto in estate, quando tanti manfredoniani salgono “alla montagna” per trovare un po’ di frescura. Secondo i dati ISTAT sono circa 205 i cittadini che risiedono nel piccolo agglomerato di villette e caratteristiche case di campagna sorte attorno la piccola ed accogliente chiesa della borgata. Pur sentendosi sipontini tanto quanto chi vive in città, i cittadini di San Salvatore festeggiano un proprio patrono, San Michele Arcangelo. Sagre e feste a base di convivialità e collaborazione fanno della comunità di San Salvatore una grande famiglia. “Viviamo qui da quasi venti anni, prima io e la mia famiglia abitavamo in centro a Manfredonia, grazie ai tanti sacrifici di mio marito Giovanni abbiamo costruito una bella villa nella quale abbiamo cresciuto i nostri figli”-ci racconta Carmela, una cittadina di San Salvatore. Ma ci sono anche le ancor più piccole frazioni montane di Pastini, Tomaiuolo e Ruggiano. Scendiamo dalla montagna diretti a Manfredonia non prima di esserci fermati al Belvedere; davanti a noi una vista mozzafiato verso il golfo con le verdeggianti pendici del Gargano e lo sguardo si perde alla vista del mare, da Macchia fino alla costa barese. Da qui su lo sguardo si perde anche verso l’entroterra, si riconoscono le piane del Tavoliere, i disegni della Murgia ed il Vulture. Una delle più belle e romantiche viste di quel Sud autentico ed in grado di stupire. Da qui su si guarda Manfredonia con occhi diversi, non dimentichi le sue ferite, non dimentichi la sciatteria di chi non ha mai compreso il suo grande potenziale, rendendola un “anonimo” paesone che non ha ancora deciso cosa vuol diventare. Da qui su, però, capita anche che tornino in mente le parole di Salimbene da Parma, quando ci racconta che Manfredi avrebbe voluto fare di Manfredonia “una delle città più belle del mondo”. Ma poi arrivarono i manfredoniani, che fecero peggio dei turchi. Eppure sul Belvedere di San Salvatore e delle altre frazioni, passa tutto in secondo piano, la protagonista è lei, Manfredonia città di mari e monti.
di Giovanni Gatta