E no, caro Presidente, non ti devi permettere di chiamarci cretini, non te lo permettiamo anche se sei il Presidente della Regione Puglia con il compito di tutelare i servizi pubblici e il dovere di spiegarci il perché delle scelte politiche che da Bari arrivano fino alle pendici del Gargano. Magari lo siamo pure, un po’ cretini, perché abbiamo permesso alla politica di fare il bello e il cattivo tempo anche con il nostro ospedale. Perché molti operatori sanitari, dal portantino fino al primario, fino a ieri si sono affidati alla politica per conquistare privilegi lavorativi. Perché noi manfredoniani, per primi, non abbiamo dato fiducia ai pochi servizi ancora attivi nel nostro ospedale (ma come biasimare chi avendone le disponibilità economiche, sceglie un centro più efficiente per curare la propria salute?). Nonostante ciò, non ti autorizziamo a sbandierarlo in una conferenza stampa, cercando di farci capire che l’ospedale di Manfredonia non chiuderà. Lo sappiamo che l’ospedale di Manfredonia non può chiudere, così come sappiamo, perché lo viviamo quotidianamente, che “permetti” una drastica riduzione della pianta organica che ridimensiona l’efficienza dell’Ospedale di Manfredonia e la fiducia che in esso ripongono coloro che devono sottoporsi a cure mediche. E la cosa che più ci mortifica, Sig. Presidente, è che sei stato un Magistrato, un Giudice, persona che aveva il ruolo di garantire la giustizia, e che sai bene che la ridistribuzione delle risorse e delle attenzioni sui vari ospedali della Puglia (nello specifico della Capitanata) sono legati a scelte e forze politiche, a compromessi di partito. E forse per questo non fai più il giudice ma il politico, perché probabilmente ti sei reso conto che, anche nei palazzi di Giustizia si perpetra una straordinaria ingiustizia. La lotta del bene contro il male, il giusto e l’ingiusto. Più pesanti del tuo appellativo, caro Presidente, sono le dichiarazioni di Paolo Campo, tuo fedele consigliere regionale e compagno di partito, originario di Manfredonia, ma di sangue poco manfredoniano, quando afferma che: “L’Ospedale di Manfredonia non chiude! Otteniamo un risultato storico e deroghe impensabili quattro anni fa. Questo grazie all’attenzione del Presidente, al lavoro di risanamento della direzione e ad una politica attenta agli interessi generali piuttosto che a quelli dei singoli…”. Qualcosa non torna. E pensare che questa persona per dieci anni è stato il nostro primo cittadino. Del resto le conseguenze del suo operato, di ieri e di oggi, in qualità di dirigente del PD le percepiamo oggi, complice di rilievo del dissesto socio/politico che stiamo vivendo in città. Qualcuno tra di noi ha una visione distorta della realtà. Sono anni che operatori sanitari coscienziosi che hanno a cuore il benessere dei propri pazienti e che vivono quotidianamente i disagi del mondo della sanità, si battono e denunciano lo smantellamento di reparti, servizi ed attrezzature nell’ospedale di Manfredonia. Importante la vicinanza alla causa del nostro amato Vescovo, Padre Franco Moscone, che, oltre ad essere il nostro Pastore è anche il presidente di uno dei più prestigiosi ed innovativi presidi ospedalieri d’Italia, la Casa Sollievo delle Sofferenza fondata da San Pio. Nell’ospedale di Manfredonia mancano le attrezzature, i reparti necessari per l’importante bacino di utenza e utili anche per decongestionare il flusso di pazienti negli ospedali di primo livello, San Giovanni Rotondo e Foggia. Se è scarsa la partecipazione ai concorsi banditi per il reclutamento di professionalità mediche nel nosocomio di Manfredonia, qualche ragione ci sarà. Turba la posizione di mezzo presa dal Direttore Generale ASL Foggia, Vito Piazzolla quando dichiara: “Nulla di definitivo… nulla è stato deciso in via definitiva”, riferendosi alla riorganizzazione dei servizi sanitari forniti dall’Ospedale di Manfredonia. Fatto sta che negli ultimi anni le cose sono peggiorate e all’orizzonte non sappiamo cosa ci aspetta. Caro Presidente Emiliano, ti aspettiamo a Manfredonia, non per rispondere alle tue offese ma perché esigiamo le tue umili scuse e soprattutto abbiamo bisogno di risposte concrete “e non chiacchiere” alle tante richieste che gli addetti ai lavori avrebbero da sottoporti. Scusami Presidente se ti do del tu, ma noi manfredoniani ti consideriamo uno di noi.
di Raffaele di Sabato
Michele, U SCERIFF MANGIA-COZZ…..
Ti ho votato a te ed al nostro ex sindaco divenuto consigliere regionale….allora si che sono stato un cretino… in buona fede in quanto confidavo sull’operato di un ex magistrato ed un uomo di legge…unitamente all’altro figlioccio della…politica. Mi avete illuso per l’ultima volta, per me il PD e chi lo rappresenta non esiste più.