Martedì 19 Novembre 2024

Da Manfredonia a Ravenna: La Bottega degli Apocrifi incontra Dante

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Il viaggio è un topos letterario ricorrente che indica  non solo un andare fuori, ma anche un rivolgersi dentro. Chi parte infatti non sempre ritorna quello che era. Si trasfigura in base agli incontri, agli sguardi, ai profumi, ai sapori, alle esperienze vissute. Perciò il viaggio diviene conditio di un percorso esistenziale. Viaggia Ulisse per raggiungere le coste dell’amata Itaca, viaggiano i protagonisti del Satyricon di Petronio, viaggia Dante per raggiungere la salvezza. Viaggiano “i ragazzi e le ragazze del teatro” di Manfredonia, così come amano definirsi. Viaggiano con Dante e verso Dante, da Manfredonia a Ravenna, luogo che custodisce il mausoleo dantesco. Bottega degli Apocrifi ha accolto l’invito di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, co-fondatori del Teatro delle Albe, ad una Chiamata Pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri. Dopo l’Inferno quest’anno è stata la volta del Purgatorio, opera commissionata da Ravenna Festival in coproduzione Teatro Alighieri, Teatro delle Albe/Ravenna Teatro. Appena giunti al Teatro Rasi di Ravenna il 9 Luglio, a causa delle avverse condizioni metereologiche, ci si è accorti che non era possibile svolgere lo spettacolo così come era stato ideato. Il Purgatorio nasce infatti come uno spettacolo itinerante che parte dalla Tomba di Dante dove Ermanna Montanari, insieme ai cittadini della Chiamata Pubblica e Catone interpretano le parole del primo canto. Al termine del canto al suon delle frasi di Virgilio “Figliuol segui i miei passi” la compagnia si dirige verso il Teatro, dopo che il Coro degli angioletti traccia sulla fronte  di ognuno dei presenti una P come segno di ingresso nel Purgatorio.

A causa delle condizioni climatiche la prima sera tutto si svolge in teatro e Marco Martinelli-Virgilio cerca di suscitare nei presenti l’immaginazione, ritracciando i luoghi in cui quelle scene sarebbero dovute svolgersi. “L’agire scenico si muove su quel filo, quel ciglio che unisce e divide i due oceani: di qua il visibile, l’oceano delle cose e dei fatti, di là l’invisibile, l’oceano dei sogni, delle cose possibili, dei mondi immaginari. Su quel filo il teatro è favola, a partire da quel filo tesse la sua tela, si fa luogo e strada, rito e racconto”- dichiara Martinelli in “Farsi luogo”.

Prima dell’inizio della rappresentazione però tutti i presenti hanno partecipato ad un rito dionisiaco, un rito di purificazione con l’incenso che ha permesso di compiere quell’azione che Martinelli identifica come “farsi luogo”. Oltre ai ragazzi e le ragazze di Manfredonia il Teatro Rasi ha ospitato anche altre due tribù quella di Timsoara in Romania e quella di Nairobi, in Kenia. Il Teatro è divenuto perciò luogo del “meticciato.Lode al meticciato, dove (tutti) danzeranno insieme, con ognuno la propria storia. Ognuno con la propria complessa, articolata identità, fatta di radici complesse e articolate e sfumate”. Durante la seconda serata, quella del 10 Luglio, lo spettacolo si è svolto secondo la sceneggiatura iniziale. Si sono succeduti vari cori e vari personaggi della Commedia, da Re Manfredi, a Pia Dei Tolomei con il coro delle donne morte di morte violenta che ha permesso un parallelismo con i tempi attuali e ai vari casi di femminicidio che ancora oggi avvengono, a Sapia del coro degli invidiosi. Dopo essere stati alla tomba di Dante ci si è diretti verso il giardino del Teatro Rasi, dove si sono succeduti vari cori: dai vermi e farfalle dove le parole di Dante si sono fuse a quelle di Majakovskij, Hillesum, Donne, Whitman. I vermi e le farfalle, dalle sgargianti magliette erano seduti a dei banchi, probabilmente per dare un messaggio di umanità. Poi è stata la volta degli iracondi, posizionatisi su una scalinata antincendio, con abbigliamento cupo. Qui viene pronunciata l’invettiva dantesca “Ahi, serva Italia… “ in italiano, inglese e rumeno. Dante dialoga inoltre con Marco Lombardo. Poi è stata la volta degli accidiosi, coloro che nella vita furono pigri che vengono condannati a correre e a non perdere un minuto in più. Poi è il turno degli avari, del re Ugo Capeto e del Papa Adriano V, poi i lussuriosi che girano in tondo con una torcia in mano. Qui Dante dovrà lasciare il suo maestro Virgilio ed incontrare Beatrice che lo rimprovera. Incontra quattro Matelde che rimproverano gli spettatori, come Greta Thumberg. Hanno infatti le stesse treccine e la stessa felpa gialla. “Voi non avete più alibi, noi non abbiamo più tempo”- tuonano, in pieno atteggiamento ambientalista. L’evento termina con l’augurio delle Matelde- Greta Thumberg al pubblico “puro/a e disposto/a a riveder le stelle”.

L’esperienza si è articolata in maniera itinerante, dove attori e spettatori si sono fusi in un’esperienza collettiva e corale. “Il farsi luogo  stava anticamente per farsi strada : è un edificare in movimento. Il teatro è pellegrinaggio. Da una parte è un abitare un pezzo di terra, dall’altra è un dialogare nomade, un rivolgersi ad altri luoghi della Terra”- afferma Martinelli.

Attraverso questa iniziativa i ragazzi e le ragazze della Bottega degli Apocrifi hanno potuto sperimentare la magia del dialogo, dell’interazione, non solo tra di loro, ma anche con una realtà differente, in una città altra, entrando in relazione e costruendo insieme, collettivamente una trama e un tessuto complesso.

Angela la Torre

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Commenti

  • Io conosco 11 canti della Divina a memoria
    Previa spiegazione!
    Recitero’ per Voi dove vorrete!
    Solo per puro spirito di divulgazione!
    1o de Lo Inferno e ultimo del Paradiso!
    Vito michele Roppo
    3356723565

    VITO MICHELE ROPPO 13/07/2019 12:16 Rispondi

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