Egregio dott. Piazzolla,
come bene e meglio di me saprà, la Regione Puglia, con Deliberazione della Giunta Regionale n.53 del 23/01/2018, ha approvato, ai sensi del Decreto Ministeriale n.70/2015 e delle Leggi di stabilità 2016-2017, il Regolamento Regionale di riordino ospedaliero n.7 del 2017 finalizzato a rimodulare la dotazione di posti letto con una nuova classificazione delle strutture ospedaliere pubbliche, IRCCS pubblici e privati, enti ecclesiastici e case di cura private accreditate.
Nella nuova rete ospedaliera della Regione Puglia, il San Camillo de Lellis di Manfredoniaviene classificato “ospedale di base” e, in quanto tale – dicono le carte – deve disporre di un pronto soccorso, dei reparti di medicina, chirurgia e ortopedia e del servizio di anestesia, in grado di erogare cure in condizioni di appropriatezza, efficacia, efficienza, qualità e sicurezza.
Se questa è la prospettiva, dobbiamo inevitabilmente dedurre che arriveranno altre sciabolate sul nosocomio sipontino? Oggi, nonostante altre dolorose amputazioni, il San Camillo De Lellis eroga prestazioni sanitarie nelle unità operative e/o strutture semplici (ovvero in regime ambulatoriale) di: anestesia e rianimazione, chirurgia generale, medicinainterna, medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza (pronto soccorso), cardiologia conutic, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, gastroenterologia ed endoscopia digestiva, nefrologia e dialisi, malattie metaboliche e diabetologia, patologia clinica e laboratorio di analisi, radiodiagnostica, psichiatria.
La riorganizzazione della mappa ospedaliera nella Regione Puglia è accompagnata da unalone di incertezza all’ombra del quale, più che una riqualificazione sostenibile dei serviziospedalieri, si sta consumando uno sgretolamento dei Presidi come quello di Manfredonia attraverso una riduzione degli organici, sia medici che infermieristici, e di apparecchiature, tecnologie e strumenti per la diagnosi e la cura, rendendo impossibile la stessa tenuta in piedi dei reparti che diventano, gioco forza, improduttivi e perciò da chiudere. Alla luce di ciò che rileviamo nella nostra stessa Regione – con ospedali declassati a ospedali di base, ma che conservano svariate specialistiche – ci è ancora più difficile individuare la ratio che ha ispirato le scelte per quello di Manfredonia dove una mano investiva e l’altra toglieva e tagliava.
E’ di queste ore l’appello elevato da Sua Eccellenza Mons. Franco Moscone – Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-S.Giovanni R.- agli Amministratori della ‘cosa pubblica’ che hanno “il compito di distribuire le risorse in modo giusto e senza sprechi” senza però dimenticare che “il fine è la salute delle persone, un bene non negoziabile ne’ solamente monetizzabile” e che l’ospedale di Manfredonia è già stato ridimensionato e al di sotto di certi standard dipersonale e attrezzature non si può e non si deve scendere “per non privare il cittadino del necessario per curarsi”.
In veste di parlamentare, e quindi nella logica della massima collaborazione istituzionale,ma anche in quella di cittadino, mi unisco alla popolazione di Manfredonia e dell’interodistretto sanitario, nonché dello stesso personale del San Camillo De Lellis, nel chiederLe di rimettere al proprio posto tutti i tasselli e di consentire a residenti e non (considerato ilraddoppio dell’utenza nel periodo estivo) di esercitare quantomeno il diritto a un accessotempestivo e qualificato ai servizi assegnati a questo tipo di presidio, coerentemente a quanto stabilito dalla normativa vigente, tenendo in debita considerazione la posizionestrategicamente baricentrale del nosocomio sipontino rispetto alle località prese d’assaltoda turisti e vacanzieri che non sfugge alla stessa Asl Foggia, visto che dal 15 giugno al 30 settembre attiva il servizio di elisoccorso con base a Vieste.
La morfologia e le peculiarità del Promontorio, caratterizzato dalla presenza di strade concurve e tornanti, dilata il tempo di raggiungimento dell’ospedale Hub da comuni interni ecostieri e pertanto si potrebbe ravvisare per il San Camillo de Lellis la possibilità di rientrare tra gli ospedali di base che insistono in aree geograficamente ostili o disagiate, tipiche nellezone montane o premontane, ‘non oltre declassabili’.
Nel ricordare a me stesso l’art. 3 della Costituzione (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale…) e l’art.32 (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…), resto a Sua disposizione nell’ottica della sinergia che hoauspicato poc’anzi, ma attendo un celere riscontro a questa mia poiché di tale iniziativadevo doverosamente dare contezza, attraverso gli organi di stampa, a quanti mi hanno interpellato chiedendomi un deciso intervento presso gli organismi ed enti competenti.
Cordiali saluti.
On. ANTONIO TASSO