Sembra ieri. Sono trascorsi 104 anni da quel fatidico 24 maggio 1915, giorno in cui sono cominciate le ostilità che hanno segnato l’inizio della Grande Guerra (1915/18), allorquando la furia distruttrice della Marina Militare austroungarica si è scatenata contro la nostra città sparando ben cento colpi di cannone, fortunatamente caduti in zona deserta, senza peraltro produrre gravi danni, distruggendo solo alcuni capannoni della Stazione Campagna. A questo tragico episodio, sempre lo stesso giorno se ne aggiunse un altro, la tragica fine del cacciatorpediniere “Turbine”dal quale è emerso il grande valore dei marinai della gloriosa Marina Militare Italiana. In particolare, il fulgido esempio del Comandante Bianchi che, a seguito dei numerosi cannoneggiamenti, costatate le disastrose condizioni della nave colpita da più parti, pur di non farla cadere nelle mani del nemico, dopo aver ordinato all’equipaggio di mettersi in salvo, ne ha disposto l’autoaffondamento. Nonostante sia trascorso oltre un secolo, Manfredonia non ha dimenticato quei tragici momenti che rimarranno sempre vividi nei cuori e nella mente deisuoi cittadini. Per questo, ”Ad perpetuam rei memoriam” la città ha dedicato all’evento due lapidi che troneggiano, la prima in Piazza Marconi: “«In questo Golfo leggendario all’alba del XXIV Maggio 1915 mentre la nave Turbine eroicamente si sommergeva, Manfredonia prima fra tutte le città adriatiche sperimentò impavida la rabbia austriaca ed il fulgido valore Italico». La seconda all’ex Stazione campagna: realizzata dal marmista N. Silvis: “Il primo giorno della guerra nazionale l’odio austriaco con cento colpi tirati dal mare franse questo edifizio non l’animo dei cittadini fidenti nella vittoria”. Da queste colonne abbiamo sentito il dovere di ricordare, episodi che fanno parte della nostra storia, in particolare alle nuove generazioni perché possano meglio comprendere il grande valore della libertà conquistata col sangue da chi ci ha preceduto. In questo particolare momento, vuole essere di monito e di sprone a quanti operano nella politica, affinché si adoperino nel trovare le giuste soluzioni per realizzare finalmente un grande sogno, gli Stati Uniti d’Europa. Sogno che fu del grande statista di tutti i tempi, Alcide De Gasperi, considerato il Padre dell’Europa, che, insieme agli altri due grandi statisti Robert Schuman e Konrad Adenauer, sono stati i costruttori di quell’Europa finalmente unita e pacifica sorta dalle ceneri del secondo conflitto mondiale.
Matteo di Sabato