Capita spesso di non dare il giusto rilievo alla storia locale, a quei delicati e complessi intrecci che fanno parte di ciò che siamo oggi come città. Ad esempio, quanti sanno dell’esistenza di tracce degli angloamericani a Manfredonia risalenti alla fase finale della Seconda Guerra Mondiale? Io stessa, se non mi fosse stato segnalato da una cara amica, non avrei mai notato che in Via Arcivescovado, all’altezza dell’incrocio con Corso Manfredi, e nella zona dell’ex Mattatoio sui muri sono ancora leggibili diciture realizzate dai soldati angloamericani, l’una che segnalava il Pronto Soccorso e l’altra di carattere propriamente militare, riguardante l’Italian and Allied Air Force Area. Purtroppo una parte delle lettere non è leggibile ed è un vero peccato, considerando la grandissima portata storica e culturale dell’intervento degli Alleati nella nostra penisola. Le prime milizie angloamericane arrivarono a Manfredonia tra il 1 e il 2 ottobre del 1943, dopo l’Armistizio, e il territorio della nostra città fu di grandissima rilevanza per le operazioni contro gli oppressori tedeschi. È importante ricordare che i tedeschi, quando arrivarono sul suolo sipontino con lo scopo di fare approvvigionamento, depredarono la città di qualsiasi bene e si diedero ad episodi di barbara violenza. Episodi che vennero in parte ed eroicamente evitati grazie all’intervento del Monsignore Andrea Cesarano, che venne chiamato “Salvatore di Manfredonia”, in quanto riuscì a dialogare con i soldati tedeschi e ad opporsi alla distruzione di beni nei magazzini e alla fucilazione di diversi cittadini. Con l’arrivo degli angloamericani, i tedeschi vennero cacciati nell’arco di una ventina di giorni e la nostra città cambiò radicalmente assetto: venne costruito un oleodotto, snodato per tutto il percorso da Manfredonia a Foggia, intento a rifornire di carburante la Air Force. Un altro importante cambiamento fu l’insediamento di due Distaccamenti Militari di Vigili del Fuoco, l’uno inglese e l’altro americano, intenti a collaborare con il Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Manfredonia. Inoltre, nel Palazzo Frattarolo di Corso Roma venne posizionato il Comando del Presidio della Polizia Militare e sul Molo di Levante vennero sistemati i mezzi d’artiglieria. Infine, un significante potenziamento della sicurezza cittadina si realizzò grazie all’installazione di sirene d’allarme, utilizzate per avvisare la popolazione di eventuali incursioni aeree. Presso il Museo Storico dei Pompieri e della Croce Rossa Italiana di Manfredonia è custodita la sirena che venne usata dalle truppe nazifasciste il 23 settembre 1943 per segnalare l’attacco aereo degli Alleati sul porto di Manfredonia. I reperti bellici, che siano sirene o iscrizioni sui muri, dovrebbero essere motivo di stimolo, interesse e di preziosa conservazione di una memoria storica cittadina, nazionale e mondiale, la quale rischia sempre più di cadere nell’oblio. E, in un delicato periodo storico come il nostro, abbiamo l’assoluto dovere di ricordare.
Giuliana Scaramuzzi
Ed il “MUSEO DEL MARE”…. nessuno più ne parla…. ennesima opera pubblica incompiuta….e visto che si parla di mare, che dire della…. “LA PIAZZA LUCIO DALLA” che si affaccia sul mare… altra opera incompiuta…quale triste destino per Manfredonia ed i suoi cittadini….