Giovedì 21 Novembre 2024

Sei consiglieri regionali su voto Lega di Di Gioia: “Avevamo sperato in Zingaretti ma nulla di fatto. Di Gioia deve dimettersi o essere revocato”

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“Avevamo sperato in Zingaretti ma nulla di fatto. Il contorsionismo e la convenienza stanno prevalendo. L’assessore Di Gioia deve dimettersi o essere revocato, perché chi gode del nostro appoggio può scegliere di votare chi vuole, fuorché persone candidate in partiti che vogliono ammazzare i cittadini del sud in nome dell’autonomia del nord. Noi non abbiamo una doppia verità, una per il popolo e una per i dirigenti”. Lo dichiarano i consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia.

“C’è il chiaro tentativo di trascinare la questione sino al 26 maggio, nella speranza di fargli perdere ogni attualità – proseguono –. Sia chiaro, per noi non sarà così. E non per involuti discorsi politicisti, ma per un fatto molto concreto: Di Gioia sta portando acqua al mulino di una partito che con l’autonomia del nord vuole togliere alla Puglia 282 milioni all’anno pensando solo all’Iva sanitaria, e senza dimenticare il grande danno già inflitto alle regioni meridionali con il trasferimento delle centrali idroelettriche alle regioni del Nord.

L’assessore Di Gioia, tra l’altro, sostiene candidati di un partito fortemente scettico sull’Europa e lo fa nonostante le regioni del Sud prendano dall’Europa più di quanto versino; sono cioè beneficiari netti. Quasi tutte le imprese, alberghi, attività di commercio, opere pubbliche, percorsi di formazione, ecc. hanno in bella mostra – dicono – il cartello in plexiglas che annuncia il contributo europeo attraverso la Regione. Come si fa a fingere che tutto questo non esista e a tollerare, invece, contributi elettorali alla causa della Lega, che è ormai diventata la fabbrica delle paure per lucrare voti?

Per questo non possiamo restare in silenzio – affermano – né pensare, come sostenuto da Zingaretti, che l’assessore abbia un problema con i cittadini e non con il PD. E questo perché se un assessore ha un problema con i cittadini e viene sostenuto dal Pd, per i cittadini il problema diventa fatalmente il Pd: come se già – concludono – non ne avessimo abbastanza di nostri”.

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