Dopo essere stato bloccato per 30 anni, nel 1998 viene approvato il Piano Regolatore Generale di Manfredonia. Uno strumento normativo e urbanistico che, nel bene e nel male, regolerà l’attività edificatoria del nostro territorio comunale. Un progetto di sviluppo residenziale e di servizi che avrebbe dovuto essere regolamentato a sua volta, da un altro strumento urbanistico: il Piano Pluriennale di Attuazione, tramite il quale il Comune individuava le aree e i tempi nei quali intervenire stimolando la realizzazione di edifici realizzati in proprio o permettendolo ai privati, magari uniti in consorzio. Tutto tenendo conto del bilancio del comune, del piano annuale e triennale previsto per le opere pubbliche. È lo strumento di collegamento tra la parte urbanistica ed economica, poiché nella sua documentazione è previsto il bilancio dei finanziamenti e delle spese che saranno effettuate. Il PPA verrà abrogato dalla Regione Puglia. Partono i comparti periferici di Manfredonia, senza questo utile strumento. Lo sviluppo della città si sposta, secondo le direttive del PRG, invece che verso la Montagna, in direzione nord di Siponto. La storia dei comparti è lunga e tristemente nota a tutti. Il Piano Regolatore Generale di Manfredonia si rivelerà la sintesi d’interessi concreti di proprietari terrieri. Uno spropositato consumo del territorio. Ci ritroviamo un campo sportivo abbandonato alla periferia della città ed un altro, il Miramare, che si affaccia sulla spiaggia castello. Tante piazze, tutte utili per socializzare e pochi parcheggi. Con la costruzione del porto turistico si è edificato anche sul mare, realizzando un’opera esagerata. Un gioiello sì, ma troppo costoso da mantenere. A breve l’attenzione, socio-politico-imprenditoriale, si sposterà nell’area retroportuale. Lì dove oggi giacciono gli oltre 5000 m2. di magazzini dell’ex Consorzio Agrario Provinciale di Foggia, fallito nel 1994, in liquidazione coatta dal 2017. Aree messe all’asta e che tra pochi giorni potranno diventare di qualche privato imprenditore per soli 2 milioni di euro. Stesso discorso vale per tutti gli immobili delle Ferrovie dello Stato, quasi tutti già venduti a privati ed a breve probabilmente anche la palazzina dell’ex stazione sarà ceduta. Una grande area strategica che potrebbe rianimare la fruibilità della città. Basti pensare che per accedere al lungomare, dall’ingresso del porto di ponente, bisogna arrivare fino al bivio per Siponto. E questo grazie anche ad un ponte mai completato posizionato a metà di questo tratto. Ponte che pare non sia stato mai portato a termine “grazie” alle interferenze di un certo dirigente comunale, ora in pensione, le cui proprietà immobiliari ricadevano proprio nelle prossimità. La viabilità del ponte avrebbe disturbato la quiete delle palazzine confinanti. Manfredonia è forse la città più studiata, analizzata, e mappata d’Italia, per cercare soluzioni urbanistiche rimaste spesso chiuse in dettagliatissimi elaborati. Uno di questi elaborati venne realizzato nel lontano 2009 da uno studio di Roma. Il progetto si poneva l’obiettivo di ricucire il rapporto tra città e mare, oggi completamente slegato, a causa, appunto del ramo dismesso di ferrovia che penetra all’interno del tessuto urbano. Grazie alla trasformazione del treno in tram-treno, il progetto, vedeva la possibilità dell’attraversamento in città a raso della strada. Temi portanti dell’intervento sono quelli della rigenerazione urbana e della sostenibilità ambientale nel senso più ampio del termine. Da allora sono passati “solo” 10 anni e le diatribe tra Regione Puglia, Ministero dei Trasporti, Ferrovie dello Stato e Comune di Manfredonia, sulla questione del treno tram e dei suoi 50 milioni già disponibili, sono ancora in alto mare. Così come passeranno tanti anni ancora prima di poter vedere riorganizzata la fascia ferroviaria che parte dall’ex stazione campagna fino alla fontana Piscitelli nei pressi della Chiesa di Sant’Andrea, dove le mire dei privati investitori dovranno attendere i tempi della politica nel rispetto dei vincoli paesaggistici, ambientali ed urbanistici imposti dal PUG (Piano Urbanistico Generale) che sarà approvato dal nuovo governo cittadino. Uno dei tanti complessi temi che erediterà il nuovo Sindaco&C.
di Raffaele di Sabato
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