Curiosità storiche. Il monumento in piazza Marconi a Manfredonia identico a quello scomparso da Bari ottant’anni fa. Semplice casualità?
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Cos’hanno in comune Manfredonia e Bari? Il mare, sicuramente. Entrambe, poi, località pugliesi. Eppure c’è qualcos’altro che accomuna queste due città e che si delinea come un piccolo mistero storico.
Si tratta di una fontana, il cosiddetto Tritone o Polpo, come comunemente viene chiamato dai sipontini, ovvero quel monumento che da circa ottant’anni svetta in piazza Marconi. L’opera è dell’artista nativo di Giovinazzo, Tommaso Piscitelli, già autore per Manfredonia dell’omonima fontana attualmente ubicata nei pressi della chiesa di Sant’Andrea.
Il monumento a cui tutti i manfredoniani sono ormai affezionati e che svetta in svariate cartoline raffiguranti la città, è praticamente identico a quello di Bari realizzato dallo stesso Piscitelli nel 1925 nel quartiere di Torre a Mare (ex Torre Pelosa). Una fontana che però da Bari, verso gli inizi della seconda guerra mondiale, è scomparsa, mentre contemporaneamente è apparsa a Manfredonia.
Le testimonianze dell’epoca narrano che ‘La Fendàne du Pescatòre’ di Torre a Mare venne rimossa per esigenze belliche, ovvero per fonderla e costruire armi dal bronzo di cui era composta; in sostituzione dell’opera fu progettato uno zampillo d’acqua alto quasi due metri.
Questo smacco non venne mai accettato dai baresi che poco più di una quindicina di anni fa, nel 2002, inaugurarono un monumento simile realizzato dall’artista Mario Piergiovanni, destinato appunto al rimpiazzo della preesistente statua di cui per quasi sessant’anni si era nostalgicamente rimpianta l’assenza.
Su Wikipedia, dove si citano le opere di Piscitelli, vi è una piccolissima nota a piè di pagina in cui vi è un accenno al fatto che l’artista realizzò due fontane molto simili, una per Bari e una per Manfredonia. In realtà dai documenti dell’epoca non risultano spese a carico del Municipio sipontino per la ‘fontana del pescatore’. Invece, nello stesso periodo, risulta una previsione di spesa di 192.000 lire per la fontana “Piscitelli” da ubicare in Piazza Duomo, fermamente voluta dall’allora podestà di Manfredonia Pietro Simone.
A questo punto il dubbio sorge spontaneo: cari amici baresi, siete proprio sicuri che il vostro amato monumento venne fuso e non spostato altrove?
Un’ipotesi potrebbe essere che l’artista Piscitelli, già mortificato dalla fusione di altre sue imponenti opere bronzee come i monumenti ai Caduti di Giovinazzo e di Corato, abbia fatto in modo di salvare la sua creazione, facendola portare di nascosto a Manfredonia, dove già vi era un’altra sua fontana, anziché consentire per l’ennesima volta, a discapito del suo lavoro, il recupero del bronzo per sostenere l’industria bellica.
Come dimostrano le foto, il monumento che era a Bari e quello ubicato a Manfredonia in piazza Marconi sono perfettamente identici.
Potrebbe essere stato utilizzato dal Piscitelli lo stesso stampo? Forse, ma il dubbio comunque permane, poiché se agli inizi della seconda guerra mondiale era praticamente una prassi fondere i monumenti in bronzo ritenuti meno rilevanti per ricavarne armi, com’è possibile invece che nel medesimo periodo a Manfredonia si inaugurava ciò che a Bari si eliminava?
Ad ogni modo, mentre nel quartiere di Torre a Mare hanno avvertito l’esigenza di ‘rifare’ il monumento al pescatore, a Manfredonia è possibile godere di un’opera divenuta uno dei simboli della città, con un possente Nettuno che col suo tridente infilza una piovra, mostrando una nudità eroica e fiera al cospetto delle insidie del mare.
Maria Teresa Valente
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