Domani 28 aprile a Vieste presso la struttura recettiva “Gattarella Resort” si terrà la IXa FESTA DIOCESANA DELLA FAMIGLIA E DEI FIDANZATI” sul tema: “TUTTINFAMIGLIA – abitare
il virtuale nella famiglia reale”. Il Consiglio Diocesano di Pastorale della famiglia, accogliendo le richieste che arrivano dal territorio sia dagli incontri di Vicaria sia dai Gruppi famiglia parrocchiali vuole dare inizio ad un percorso educativo sull’uso del virtuale nelle relazioni familiari. Come amarsi ed educare i figli nella nuova era digitale? In che modo Internet e social cambiano la vita delle famiglie e le relazioni tra i loro componenti? Il Centro Internazionale Studi sulla famiglia (CISF) nell’ultimo Rapporto del dicembre 2017, dopo un’indagine con interviste a quasi 4mila soggetti, presenta la fotografia di una famiglia in divenire, in cui l’assimilazione della tecnologia, più lenta che in altre nazioni, non è meno potente nell’inesorabile cambiamento delle abitudini. Se da una parte essere costantemente connessi non sempre significa “essere in relazione”, dall’altro la Information & Communication Technologies (=ICT) in famiglia può rivelarsi un valido supporto per coltivare le relazioni familiari: ad esempio, il 60% dei casi presi in esame dalla ricerca, le chat e i social network sono ormai diventati i canali privilegiati di comunicazione quando un figlio o un altro membro della famiglia, per un certo periodo, si trova lontano da casa.
Il curatore del rapporto CISF, il prof. Pier Cesare Rivoltella, nel cap. IV, pp 191-217, del volume, che abbiamo saccheggiato per questo intervento, e che raccoglie l’indagine, Le relazioni familiari nell’era del digitale, Cinisello Balsamo (MI), 2017, afferma che “le famiglie tendono spesso a sovra-rappresentare i rischi del Web. Hanno molta paura, sono timorose di quello che potrebbero fare i ragazzi online”. Egli sottolinea, però, che a questo non sempre corrisponda una capacità educativa altrettanto elevata, benché emerga sempre più una particolare attenzione da parte delle famiglie: il 54,1% parla con i figli di ciò che si fa sul Web ed il 53,2% ha disposto delle regole sui tempi di utilizzo.
Emerge il concetto di “famiglia ibridata”, che il prof. Pierpaolo Donati, sociologo che ha curato i rapporti CISF fin dalla loro origine, afferma essere una scommessa, avendola proposta per la prima volta e definendola: “la struttura e la dinamica relazionale della famiglia che sono generate da una ibridazione delle relazioni interpersonali con quelle mediate dalle tecnologie” (p. 25). L’ibridazione delle relazioni interpersonali con la rete sembra avere più effetti positivi che negativi. La ricerca classifica sei tipi di famiglia contraddistinte da una maggiore o minore capacità di tenuta educativa:
La famiglia restrittiva è una famiglia che si caratterizza per un alto livello di controllo da parte dei genitori, che leggono mail e messaggi dei figli, controllano la navigazione sul Web, anche se questo non si traduce in un alto livello di educazione. La famiglia restrittiva trova nella famiglia luddista la propria seconda variante. Anche se poco frequente, è quella che elimina i media dall’universo familiare (pensando così di non dover più esercitare alcuna mediazione); cerca di rimandare al più tardi possibile l’acquisto del primo smart-phone ai figli e il suo atteggiamento di controllo in questo
caso è spinto alle estreme conseguenze.
La famiglia permissiva è caratterizzata da un basso livello di educazione e da un basso livello di controllo. La famiglia permissiva ha la sua seconda variante nella famiglia lassista: è una famiglia che lascia fare, confida che i propri ragazzi abbiano strumenti sufficienti per cavarsela, rinunciando così a mediare il rapporto dei figli con le tecnologie digitali che secondo loro non rappresenterebbero un problema educativo.
La famiglia affettiva è quella in cui i genitori controllano poco quello che fanno i figli nel digitale ma hanno un alto livello di presenza educativa, che si manifesta attraverso l’aiuto costante nei confronti del figlio, la condivisione del consumo, la forte convivialità.
Siamo all’ultima variante, quella che potremmo chiamare famiglia mediattiva, simile alla precedente, ma molto più attenta alle pratiche mediali dei figli, fornendo loro strumenti per diventare fruitori critici. Ed è proprio quest’ultima che, secondo gli autori della ricerca, sembrerebbe centrare gli obiettivi educativi in maniera efficace.
Per tutti gli altri i rischi sono dietro l’angolo. Nel Regno Unito l’aumento del tasso di ansietà e depressione tra i giovani in 25 anni è cresciuto del 70%, complice la dipendenza da social e in Italia il 79% dei giovani non riesce a staccarsi dai dispositivi elettronici neanche per tre ore. Per far fronte a queste derive servono regole, certo, ma gli addetti ai lavori sottolineano come queste da sole non bastino: il rafforzamento del rapporto scuola-famiglia, ad esempio, risulta essere un altro elemento indispensabile per accompagnare i giovani verso una crescita armonica. Alla fine, però, il giudizio complessivo del CISF non risulta essere necessariamente negativo: “Anzi, dai dati dell’indagine emerge che l’ibridazione delle relazioni interpersonali con la rete sembra avere più effetti positivi che negativi a riguardo di quasi tutti gli indicatori della coesione familiare e, in parte, anche rispetto alla partecipazione civica nella sfera pubblica”.
Sarà per lo più questo il quadro nel quale si svolgerà la nostra Festa. La riflessione l’abbiamo affidata al professore e filosofo Michele Illiceto che, oltre ad essere intervenuto ed apprezzato in conferenze e dibattiti in tutta l’Italia, ha pubblicato numerosi volumi e saggi. E’ un formatore che muove la sua ricerca tra antropologia, etica e teologia. Ci vediamo domani a Vieste. Siamo pronti ad accogliervi tutti!
Don Vinceno D’Arienzo – Direttore Ufficio Diocesano per la pastorale familiare