Giovedì 26 Dicembre 2024

La tradizione dei “Sepolcri”

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Ieri, Giovedì santo, si è tenuta la consueta tradizione della visita ai Sepolcri, ma forse non tutti sanno il significato di questo rito che sin da bambini ci hanno insegnato a fare il Giovedì Santo. Nel pubblicare le foto dei particolarissimi Sepolcri delle nostre parrocchie, approfittiamo per dare qualche notizia su questo rituale diffuso soprattutto  nell’Italia Meridionale.

L’altare della reposizione è il luogo in cui, nella liturgia cattolica, viene riposta e conservata l’Eucaristia al termine della messa vespertina del Giovedì santo, la Messa nella Cena del Signore (in Coena Domini).

La liturgia cattolica prevede che l’altare della reposizione non coincida con l’altare dove è di consueto riporre il S.S.Sacramento. È inoltre tradizione che nelle chiese l’altare della reposizione sia addobbato in modo solenne, con composizioni floreali o altri simboli, in omaggio all’Eucaristia, che viene conservata in un’urna, detta tabernacolo, per poter permettere la Comunione nel giorno seguente, il Venerdì santo, ai fedeli che partecipano alla celebrazione della Passione del Signore; infatti il Venerdì santo non si offre il Sacrificio della Messa, e dunque non si consacra l’Eucaristia. Inoltre la reposizione dell’Eucaristia si compie per invitare i fedeli all’adorazione nella sera del Giovedì santo e nella notte tra Giovedì e Venerdì santo, in ricordo dell’istituzione del sacramento dell’Eucaristia e nella meditazione sopra i misteri della Passione di Cristo, soprattutto sopra quello dell’agonia nel Getsemani.

L’altare della reposizione rimane allestito fino al pomeriggio del Venerdì santo, quando, durante la celebrazione della Passione del Signore, l’Eucaristia viene distribuita ai fedeli; se le ostie consacrate non sono state consumate interamente, esse vengono conservate non in chiesa ma in un luogo appartato, e l’altare viene dismesso, per ricordare con austerità la morte di Gesù in croce, fino al giorno seguente, quando durante la Veglia pasquale si celebra la risurrezione di Gesù.

Nella tradizione e nel linguaggio popolare gli altari della reposizione vengono comunemente chiamati “Sepolcri”: soprattutto nei centri dell’Italia meridionale, dove con il termine “andare a fare i sepolcri” si intende proprio il visitare, a partire dal pomeriggio del giovedì, il sepolcro di Cristo addobbato. L’usanza, non certificata dalla dottrina, è che ogni fedele visiti da cinque (quante sono le piaghe di Cristo) a sette (quanti sono i dolori della Madonna) di questi allestimenti in varie chiese vicine, compiendo il cosiddetto giro “delle sette chiese” o “sepolcri”. Tale terminologia è impropria, perché in essi viene riposta l’Eucaristia, ossia le ostie precedentemente consacrate, che la Chiesa cattolica crede essere il segno sacramentale di Gesù Cristo vivo e risorto. L’altare della reposizione non è dunque un sepolcro che simboleggia la morte di Gesù, ma un luogo in cui adorare l’Eucaristia.

Fonte: Wikipedia

Foto Francesco Armillotta

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