Approvato un emendamento risolutivo durante la conversione del Decreto Emergenze Agricole. Dopo due anni di manifestazioni di piazza, si pone così definitivamente fine alle sanzioni spropositate per i pescatori
A due anni dalle vibranti proteste delle marinerie italiane che strapparono una promessa (non mantenuta) al Governo Gentiloni, la Commissione Agricoltura della Camera punta a chiudere la questione delle sanzioni sproporzionate e vessatorie per il settore ittico. Durante la discussione parlamentare del “Decreto Emergenze Agricole”, sono stati approvati all’unanimità gli emendamenti che rivedono l’impianto sanzionatorio per i pescatori, adeguando e commisurando in maniera proporzionale il valore tra il danno e la multa. Viene aggiunto, pertanto, l’art. 11-bis “Contrasto alla pesca illegale e riordino del sistema sanzionatorio” presentato in forma identica come emendamento da ognuno dei gruppi politici.
“Grazie ad un lavoro corale tra i diversi partiti presenti in Commissione, abbiamo trovato l’accordo tra tutte le forze politiche per raccogliere le istanze sollevate dalle associazioni di categorie e dalle Istituzioni, compreso il Ministero delle Politiche Agricole – commenta Giuseppe L’Abbate (M5S) – Siamo riusciti così a risolvere una situazione che ci portiamo dietro da anni e che, finalmente, ferma l’incredibile situazione venutasi a creare per un recepimento errato di determinate disposizioni comunitarie. Basti pensare che sui pesci sottotaglia eventualmente presenti in una cassetta, per un valore stimato di circa 50 euro totale, la sanzione poteva giungere anche a 5.000 euro, con un rapporto tra multa e valore dell’eventuale pescato financo di 1.000 a 10. Ora, ad esempio – prosegue il parlamentare 5 Stelle – grazie all’approvazione di questo emendamento fino a 5 kg di pescato di taglia inferiore alla minima di riferimento per la conservazione, la sanzione amministrativa pecuniaria scende sino ad una cifra compresa tra 100 e 600 euro. Nella scorsa Legislatura provammo a porre rimedio alla questione, anche attraverso una risoluzione del Movimento 5 Stelle e con l’accordo di PD e MDP: purtroppo – spiega Giuseppe L’Abbate (M5S) – il tutto si arenò poi, per volere politico della scorsa maggioranza, al Senato. Oggi, invece, le marinerie italiane sono state finalmente ascoltate e hanno visto prevalere il loro diritto a non essere inutilmente tartassate e vessate. L’impegno del Governo Conte sul comparto pesca continua in maniera decisa a sostegno di un settore che si vuol traghettare nel futuro. Dopo questo risultato odierno – conclude il deputato 5 Stelle – proseguirà il lavoro in Commissione Agricoltura alla Camera sulla proposta di legge, a mia prima firma, che mira ad una riforma organica del settore ittico”.
Le marinerie italiane erano tornate a protestare a fine gennaio scorso con manifestazioni nelle piazze, inclusa Bari dove si radunarono i pescatori pugliesi di Manfredonia, Barletta, Molfetta e Monopoli. Oggi finalmente il raggiungimento di un primo traguardo che, ci si augura, diventi definitivo a breve con la conversione in legge del Decreto Emergenze Agricole e che sia di buon auspicio per le future riforme normative del comparto.