Il tema della legalità investe i vari ambiti della vita sociale e riempie le pagine quotidiane dei talk show, forgiando l’opinione pubblica sui fatti di cronaca discussi. Se analizziamo il termine legalità dal punto di vista sociale dobbiamo necessariamente prendere in considerazione la sfera delle relazioni sociali. Quando le regole del vivere comune non vengono rispettate a causa delle azioni oppressive si determina il caos. Così le forze dell’ordine intervengono per ristabilire la quiete sociale, cercando di abbattere gli atti illeciti. Le azioni criminali si sviluppano in un clima omertoso che non denuncia il male affare. Quindi per contrastarle occorre una profonda educazione alla legalità e al rispetto reciproco dell’essere umano. La formazione dovrà necessariamente partire dalla famiglia, dalla scuola, dalla parrocchia e dall’associazionismo virtuoso.
L’Azione Cattolica di Manfredonia, il 10 aprile c.a., ha promosso un incontro tenutosi nella “Sala Zaccheo” della parrocchia Sacra Famiglia sul tema della legalità. Ha fatto gli onori di casa il parroco, Don Salvatore Miscio, e Michelangelo Mansueto, Responsabile adulti dell’Azione Cattolica diocesana di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo. Franco Ciuffreda, presidente diocesano di Azione Cattolica ha presentato l’ospite della serata: Daniela Marcone, vice Presidente nazionale e Responsabile del Settore “memoria” di “Libera”, la Rete di Associazioni, fondata da Don Luigi Ciotti nel 1995 che si batte tenacemente contro tutte le mafie.
I relatori hanno abbracciato il delicato tema, facendo un excursus sull’origine della “mafia garganica”, fino a qualche tempo fa “innominabile” che sparge terrore ovunque si posi. Essa è stata definita la più cruenta ed invasiva rispetto alle altre organizzazioni malavitose che hanno un’origine più antica. La mafia garganica permea nella struttura socio-economica quando trova un terreno fertile ad ospitarla. La dott.ssa Marcone ha raccontato la vicenda di suo padre, vittima della mafia foggiana. Dopo circa dieci anni dal suo omicidio avvenuto il 31.03.95 fu riaperto il fascicolo giudiziario. La testimonianza della Marcone ha toccato gli animi dei presenti in sala, condividendo il suo dolore ed anche la “rabbia” provata verso le efferate azioni criminali che in questi ultimi anni mietono paura a Foggia. I malavitosi fanno esplodere in città le bombe intimidatorie, aggredendo così il tessuto socio-economico del territorio. L’unica strada percorribile per debellare il cancro della mafia è quella di sostenere la “società civile”. “Un plauso va riconosciuto alla “squadra-stato” delle forze dell’ordine che con la magistratura foggiana e barese, uniscono le proprie forze e competenze, attraverso un proficuo “lavoro di rete”, quanto asserito dalla Marcone. Alla Rete deve necessariamente unirsi tutta la società di Capitanata – continua la Marcone- “basta con l’omertà. Il terreno su cui fronteggiare le “tre mafie garganiche” è quello della solidarietà e della giustizia. Quindi la “comunità” dev’essere preparata al cambiamento culturale che investe tutti gli ambiti della vita, abbandonando le logiche clientelari che si fondano sul malaffare”.
La speranza di un cambiamento culturale è possibile. Il processo però è lento e va alimentato con le “buone pratiche” del “terzo settore” (associazionismo) insieme a quelle delle Istituzioni. Don Salvatore, nella premessa, ha accennato che uno spiraglio si intravede nell’azione dei giovani. Gli adolescenti, a livello globale, si stanno impegnando in prima persona nella tutela dell’ambiente, mostrando al mondo una forte lezione di vita. Insegnano che è possibile un nuovo modo di vivere in sintonia ed armonia con l’ambiente che ci circonda. Questi segnali di “cambiamento” sono forti e vanno ascoltati. Così come il grido degli studenti di Manfredonia che, il mese scorso, nella giornata nazionale promossa dall’ass. “Libera” in ricordo delle vittime di mafia, all’unisono hanno manifestato ordinatamente, scuotendo la città. Le istituzioni locali sostengono queste iniziative. Il Comune di Manfredonia ha promosso il progetto denominato “Un’impresa per A.M.I.C.A. (Anti-Mafia, Inclusione. Cittadinanza Attiva)”, insieme all’Arci Circolo Travel di Stornara per costruire una “rete sociale”, che si impegnerà nei processi formativi sulla legalità, nei laboratori di manualità, nei cantieri formativi, nelle attività di sensibilizzazione, dei forum e dei workshop. Diverse sono le “buone azioni e progetti” messi in campo per rinvigorire il Capitale sociale e preservare le “bellezze” del nostro territorio che sono tante, come ricorda Don Ciotti nell’intervista di Manfredonianews.
Grazia Amoruso
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