Da grande sognava di fare il pilota, ma anche se la sua vita ha preso un’altra strada, ha comunque viaggiato in aereo in lungo e in largo per aiutare le popolazioni bisognose nelle zone più povere del mondo.
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Un pieno di emozioni questa mattina per alunni, docenti, personale e genitori dell’Istituto Ungaretti-Madre Teresa di Calcutta che hanno accolto a scuola Monsignor Padre Franco Moscone, da poco meno di due mesi nuovo Arcivescovo della Diocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo.
Padre Franco, come preferisce essere chiamato, è giunto nell’atrio del plesso della Madre Teresa di Calcutta tra canti, applausi e bandierine festanti, dispensando a tutti i presenti sorrisi, abbracci e strette di mano.
“Nulla accade per caso”, ha esordito il dirigente dell’istituto Francesco Di Palmache ha spiegato: “Oggi Padre Franco è qui con noi facendoci l’onore di visitare la Madre Teresa come prima scuola della città. Una scuola che porta il nome di una donna che ha messo se stessa al servizio dei più deboli. Proprio come Padre Franco, che prima di arrivare a Manfredonia ha girato il mondo per aiutare poveri e bisognosi”. E Madre Teresa, Monsignore l’ha incontrata per davvero, ma non India, dove entrambi hanno svolto missioni, bensì, come lo stesso Vescovo ha svelato ai bambini in un aneddoto, a Roma nel 1991, quando per caso le loro auto si trovarono imbottigliate nel bel mezzo del traffico della Capitale, ferme una accanto all’altra. E così Padre Franco con i suoi amici si precipitò a conoscere quella donna che un giorno sarebbe diventata Santa, ma che allora con quella sua immensa carica d’amore e fede in un corpo minuto e dall’atteggiamento umile, aveva già conquistato il mondo.
“Eccellenza, quando era bambino cosa voleva fare da grande?”. “Monsignore, come si trova qui a Manfredonia?”.Queste alcune delle domande a cui Padre Franco non si è sottratto, raccontando che da bambino sognava di fare il pilota d’aerei e aggiungendo con ironia che se anche la sua vita ha preso un’altra strada, con tutti i viaggi che ha fatto in aereo non si è discostata molto dai suoi sogni. Ha poi confessato che, quando ha appreso di dover venire a Manfredonia, ha dovuto cercarne il nome sulla carta geografica poiché non vi era mai stato ed ignorava dove si trovasse di preciso. Ora che è qui, ha raccontato poi con un pizzico di malinconia, la sua vita è cambiata totalmente e a volte si sente un po’ solo, ma è sicuro che presto avrà tanti nuovi amici.
Parole semplici e sincere che descrivono già lo spessore di un uomo chiamato a fare il pastore di una terra non facile, ma che sicuramente sarà all’altezza del compito.
E a spazzare via la malinconia ci ha pensato la marea festante delle alunne e degli alunni che, sotto lo sguardo emozionato dei docenti, con poesie e canti hanno rallegrato Monsignore, che con gioia si è unito a loro lanciando le braccia al cielo ed imitandone le coreografie.
La festa dell’accoglienza è poi proseguita presso il plesso dell’Ungaretti, dove giovani studenti e studentesse lo hanno accolto entusiasti in aula magna rivolgendogli domande e dedicandogli canti.
L’istituto ha fatto dono a Monsignore di una somma raccolta da alunni e docenti per poter contribuire ad una delle missioni che vede Padre Franco in prima linea per aiutare i poveri.
Una mattina che può sintetizzarsi come un inno alla gioia, con una scuola in festa, lieta di aver accolto il nuovo Vescovo.
Un proverbio africano che piace a papa Francesco recita: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio”. Ovvero, per educare un bambino ci vuole tanta gente, come famiglia, insegnanti, istituzioni, chiesa, associazioni, ecc. Ecco dunque l’importanza di iniziative come quella di oggi all’Ungaretti-Madre Teresa di Calcutta, perché non c’è educazione migliore di quella condivisa e non c’è festa più bella di quella dell’accoglienza.
Caro Monsignore, da oggi sarà meno solo a Manfredonia, perché ha tanti giovani amici che ha conquistato con la sua semplicità ed i suoi modi amorevoli.
Maria Teresa Valente
Presidente Consiglio d’Istituto Ungaretti-Madre Teresa di Calcutta