Nella giornata di ieri i Carabinieri della Compagnia di Manfredonia, in particolare quelli della Tenenza di Vieste e della Stazione di Monte Sant’Angelo, hanno dato esecuzione a tre provvedimenti di chiusura, ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza, emessi dal Questore della provincia di Foggia, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, nei confronti di un bar di Vieste e di due bar di Monte Sant’Angelo.
I provvedimenti in questione hanno riguardato il Bar Aldo Moro di Vieste dove, nel pomeriggio del 7 marzo scorso, i militari della locale Tenenza Carabinieri, unitamente al personale S.A.T. dell’11° Reggimento Puglia di Bari, avevano tratto in arresto il gestore, TROIA Michele Daniel, per la detenzione illecita di oltre un chilo e mezzo di droga.
In quella circostanza i Carabinieri avevano effettuato un servizio finalizzato alla prevenzione e repressione del traffico illecito di stupefacenti, ponendosi in discreta osservazione nei pressi dell’esercizio, dove in precedenza era stato notato un sospetto andirivieni di noti assuntori di stupefacenti.
L’intuizione aveva poi dato i suoi frutti quando, dopo aver visto un 40enne viestano entrare nel bar Aldo Moro per uscire subito, lo avevano controllato, trovandolo in possesso di circa 11 grammi di marijuana, motivo per cui avevano poi proceduto ad una perquisizione locale, conclusa con il rinvenimento di un chilo di marijuana, contenuta in due buste di plastica, e di mezzo chilogrammo di hashish, suddiviso in cinque panetti da 100 grammi ciascuno, oltre alla somma di 880 euro in banconote di vario taglio, ritenuta essere il provento dell’illecita attività posta in essere nel bar.
Il TROIA era così stato tratto in arresto ed associato al carcere di Foggia, secondo le disposizioni del Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, immediatamente informato, mentre il 40enne viestano, già noto per i pregressi episodi legati al traffico di stupefacenti, era stato denunciato a piede libero per l’illecita detenzione del quantitativo di marijuana trovato in suo possesso.
Alla luce dei fatti, dunque, la Tenenza di Vieste aveva avanzato una proposta di chiusura del locale al Questore di Foggia, il quale, ai sensi dell’art. 100 T.U.L.P.S., ne ha disposto la sospensione della licenza per un periodo di 20 giorni.
Analogo provvedimento è stato disposto, sempre dal Questore di Foggia, per due esercizi pubblici di Monte Sant’Angelo: il bar Iper Coffe di corso Pietro Giannone ed il bar Giorcan di corso Vittorio Emanuele. Per il primo locale è stata disposta la chiusura per 7 giorni, mentre per il secondo per 15 giorni.
Il provvedimento del Questore è scaturito a seguito delle proposte, giunte dalla locale Stazione Carabinieri, che avevano segnalato i due esercizi pubblici quali luoghi di abituale ritrovo di noti pregiudicati, molti dei quali appartenenti ad uno dei gruppi criminali più pericolosi del territorio, come accertato nel corso dei diversi controlli effettuati dai Carabinieri del posto, che in uno di questi erano anche dovuti intervenire in occasione di liti.
In considerazione degli elementi di fatto raccolti dai Carabinieri, il Questore, Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza, con i propri organi di Polizia Amministrativa ha quindi ritenuto che gli esercizi pubblici interessati dai provvedimenti di sospensione delle licenze rappresentassero un concreto, attuale e grave pericolo per l’ordine e per la sicurezza dei cittadini, ed al fine di assicurare la tutela di interessi pubblici primari ha valutato come necessaria l’immediata adozione dei provvedimenti di sospensione in suo potere.
Lo Stato, ancora una volta, è intervenuto in un territorio che per troppo tempo la criminalità ha ritenuto di proprio appannaggio, dimostrando alla parte sana della popolazione che nessuno sconto, nemmeno nelle situazioni erroneamente percepite come meno invasive, viene concesso a chi vive di violenza e soprusi.
Qualora, una volta riprese le attività, i controlli dovessero accertare che le condizioni che avevano portato alla sospensione delle licenze non fossero venute meno, il Questore, allora, potrebbe disporne la revoca definitiva.