In merito alle polemiche sollevate da alcuni agricoltori per la gestione dell’acqua dell’Oasi Lago Salso occorre prima di tutto fare un po’ di chiarezza e partire da un punto fermo ed ineliminabile: l’acqua del Lago Salso è di esclusiva competenza dell’Oasi. Non è una semplice rivendicazione di qualche ambientalista estremista, ma una precisa previsione normativa contenuta nel piano di gestione dei SIC/ZPS predisposto dallo stesso comune di Manfredonia e approvato dalla Regione Puglia con l’esplicito consenso del Parco Nazionale del Gargano (anche per questo recentemente il Ministero dell’Ambiente ha istituito la Zona Speciale di Conservazione ZSC). L’art. 27 del regolamento del piano di gestione prevede infatti che <<vista la natura del bacino e l’importanza strategica per la conservazione di specie ornitiche d’interesse comunitario, si fa divieto di utilizzo dell’acqua a fini agricoli e produttivi ad esclusione delle esigenze aziendali dell’Oasi Lago Salso>>.
La circostanza, poi, che alcuni agricoltori rivendichino la proprietà di un tratto del canale Roncone che da sempre trasporta l’acqua del torrente Cervaro nell’oasi non ha alcuna rilevanza, in quanto in ogni caso è costituita una servitù di fatto in favore dell’Oasi stessa.
Anche dal punto di vista economico, non è giusto che gli agricoltori che pretendono di prelevare l’acqua dell’Oasi (peraltro gratuitamente) abbiano un indebito vantaggio concorrenziale nei confronti di altri agricoltori, con i terreni più distanti dall’Oasi, che tecnicamente non lo possono fare.
La soluzione della problematica non è quindi quella di consentire, a dispetto delle norme, il prelievo dell’acqua dell’Oasi.
Lo scorso anno il Centro Studi Naturalistici ONLUS presentò al comune di Manfredonia e all’Ente Parco una proposta per risolvere in via definitiva la questione, coniugando le esigenze ecologiche di conservazione dell’area con quelle produttive degli agricoltori.
La proposta prevedeva la realizzazione di un corridoio ecologico lungo il canale Roncone, che incrementasse la sua funzione di connessione ecologica tra l’Oasi Lago Salso e il torrente Cervaro e quindi, più in generale, tra l’area costiera del Golfo di Manfredonia e le aree interne e collinari della Capitanata. L’importanza di questo corridoio ecologico è stata sancita dalla recente presenza della Lontra, individuata dagli operatori del CSN nell’Oasi Lago Salso.
Il Roncone è il canale di alimentazione che conduce le acque del Cervaro verso le aree vallive dell’oasi. Ha una lunghezza di circa 3,7 km e una larghezza di pochi metri, ma ha anche delle ampie aree pertinenziali che potrebbero consentire di estendere la larghezza del canale, con opportuni movimenti terra, a circa 60-80 metri, per una superficie complessiva di oltre 20 ettari, a cui potrebbero aggiungersi altri 5 ettari di un adiacente terreno catastalmente intestato al Comune di Manfredonia.
Nella sua proposta il CSN evidenziava anche che, con il ripristino di alcune opere idrauliche, il canale ampliato avrebbe potuto costituire anche un’importante riserva idrica estiva per gli agricoltori locali indipendente dalle esigenze ecologiche dell’oasi che sono tutelate dal piano di gestione del sito Natura 2000 (ZSC e ZPS), rispondendo anche a finalità di sviluppo economico locale. Con questa soluzione il canale Roncone diventerebbe una risorsa idrica diffusa che, in maniera compatibile con la conservazione della funzionalità ecologica della zona umida, potrebbe essere potenzialmente disponibile per tutti i terreni che attraversa ed estendibile in futuro con opportune ramificazioni.
La proposta del CSN conteneva anche l’indicazione di un bando regionale che avrebbe potuto finanziare l’opera, almeno per un primo lotto.
L’anno scorso non se ne fece nulla, ma la proposta è ancora lì ad attendere qualcuno di buona volontà che possa raccoglierla e realizzarla. Il CSN onlus, come sempre, è disponibile a sostenerlo, chiunque egli sia.
Non si può devastare centinaia di ha di terreno per favorire l’attingimento di 4 o 5 agricoltori. Per fare un’opera di questo genere occorre una sistemazione idraulica ben concertata, ma non a spese degli agricoltori(come è successo fino ad oggi) che hanno sostenute delle spese di canalizzazione e dei danni per fronteggiare il riempimento selvaggio della valle “Alta” e della “Valle di Mezzo”.