Martedì 19 Novembre 2024

Il Carnevale Sipontino e i suoi capisaldi

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Raccontare il Carnevale sipontino è impresa alquanto ardua, visto che in tutti questi anni tanto è stato detto e scritto, a partire dalle origini, quale espressione di popolo. Tanti gli episodi che lo hanno caratterizzato. Tante le difficoltà, le amarezze e le delusioni che si sono dovute affrontare per realizzarlo negli anni. Ancor tanto l’amore profuso dai sipontini per farlo continuare a vivere e prosperare. Manca poco alla 66aEdizione e tante ancora sono le nubi che si addensano intorno alla sua realizzazione, dovute alla mancanza di risorse economiche, ancora una volta a causa della disastrosa situazione economica in cui versa il Comune di Manfredonia che quest’anno porterà alla esclusione dal corso mascherato i carri allegorici. E’ vero, come recita un vecchio adagio che: “I ueje da pègnete i sèpe a cucchière” (I guai della pignatta li conosce il cucchiaio), ma è anche vero che tra i sipontini e il Carnevale è sempre esistito quel meraviglioso feeling che dura ormai da decenni. Sono attimi di gaudio, di spensieratezza colti al volo, in momenti difficili che, pur tuttavia, almeno per qualche giorno, allontanano dalla nostra mente le preoccupazioni, i problemi quotidiani, le diversità di opinioni e quant’altro di cattivo si sia accumulato durante l’anno. La massima espressione del nostro Carnevale è Zè Pèppe Carnevele, il cafone che viene dalla campagna. Pur affetto da “pentùre” (broncopolmonite), egli si lascia andare ai bagordi più sfrenati, tra suoni e balli frenetici, accompagnato da un buon fiasco di vino. Il terzo giorno, però, “stènne i pìte”, (stende i piedi), muore, felice e sorridente. Dopo solenni funerali, viene cremato. Si cancellano così preoccupazioni, debiti e malanni. Riaffiora la vecchia tradizione che per gli antichi romani rappresentava un atto di purificazione. Chi ha reso grande e famoso nel tempo il nostro Carnevale, riconosciuta manifestazione d’interesse regionale, un manipolo di concittadini coraggiosi che si sono sobbarcati l’onere di organizzarlo. Ne ricordiamo alcuni: Tonino Murgo, Mimì Rinaldi. Antonio Valente, che inventò la sfilata dei bambini e la Banda de “I monelli”, Mimì Brunetti, Matteo Pasqua, Enzo D’onofrio, Annetta Capurso, Francesco Di Staso, Gigetto Prato. Ideatori e costruttori dei carri: Tommaso Adabbo, Raffaele Occhionero, i cugini Sapone che con la loro simpatia hanno tenuto banco per diversi anni, Matteo Arena, Matteo Ciociola. Che dire dell’estrosità di Tinella Capurso, con i suoi meravigliosi costumi. Non ultimo, Lino Trigiani, che ci ha lasciato un patrimonio di canzoni evergreendedicate al Carnevale sipontino. Le scuole, le associazioni, gli insegnanti, le mamme che in tutti questi anni hanno dato vita ad uno spettacolo unico in Italia: “La Sfilata delle Meraviglie”. A loro la nostra eterna gratitudine. Ora tutti insieme, ognuno con le proprie competenze, dobbiamo dare maggiore impulso a questa meravigliosa tradizione perché continui a vivere nel tempo.

Matteo di Sabato

 

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Carnevale · News

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