Se è vero che la politica è lo specchio della gente che rappresenta, allora abbiamo sbagliato tutti noi. Oggi l’intera città dovrebbe guardarsi allo specchio ed iniziare, con un po’ di umiltà, ad assumersi le proprie responsabilità, ognuno di noi in quota parte. La cosa più semplice in questo momento sarebbe puntare il dito verso quella classe politica che ci ha rappresentato per 20 lunghi anni, uomini e donne che hanno governato indisturbati il nostro futuro portandoci all’irreparabile situazione in cui versa la nostra amata Manfredonia. Se invece di andare da politici, dirigenti e amici di queste categorie a negoziare, trattare, minacciare, barattare le nostre necessità personali, avessimo chiesto maggiore efficacia e professionalità amministrativa forse non staremmo dove siamo. Se avessimo contestato pubblicamente ed energicamente le scelte sbagliate e scellerate perpetrate negli anni, forse oggi non saremmo chi siamo. Ognuno di noi, nel suo piccolo o nel suo grande, ha alimentato questo modus operandi della nostra classe politica che ha trovato terreno fertile nella quotidiana necessità di lavoro e nel mal costume del cittadino di dover andare a chiedere il “piacere” al personaggio di turno. Da almeno due anni la “nostra” classe dirigente con grandissima difficoltà ci governa, poiché in grande difficoltà di identità e di gruppo. Oggi dobbiamo constatare il fallimento di un’intera città. Mercato Ittico, Aree industriali, Ase, Ospedale, Turismo, Contratto d’area, settori che se meglio gestiti, con tutti i soldi che sono arrivati e svaniti, avrebbero reso la nostra città un gioiello incastonato ai piedi del Gargano. Crediamo sia il tempo di fare mea culpa piuttosto che colpevolizzare i politici che ci hanno indegnamente rappresentato in tutti questi anni e che dovrebbero avere il buon senso di non riproporsi più alla luce del danno provocato. Ormai la città è allo sbando e se cadesse l’attuale amministrazione comunale sarebbe improbabile, anzi, da escludere che si vada a nuove elezioni a maggio. Il rischio è che se venisse eletto un nuovo consiglio comunale, e i commissari che indagano sulle infiltrazioni mafiose confermassero questi sospetti, cadrebbe anche la nuova amministrazione. E se mai arrivasse il commissariamento del comune per almeno due anni dovrebbero governare la città che ha dichiarato ben 43 milioni di euro di debiti. Da dieci anni da queste colonne cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica, provando a spronare l’amor proprio di una città sempre più ferita dagli attacchi di faccendieri mercenari, molto spesso sempre i soliti. Oggi ci rendiamo conto che non abbiamo mosso la coscienza di nessuno, un altro fallimento, il nostro. Non ci resta che rimboccarci le maniche e cercare in qualche modo di spalare il letame e le macerie che hanno sporcato e sepolto la nostra amata città anche se rimettere insieme i pezzi richiede infinite volte il tempo che serve per crollare.
Raffaele di Sabato
https://www.manfredonianews.it/2014/07/22/storie-di-ordinaria-immoralita/
Complimenti per la lucida disamina della realtà manfredoniana.
Auguriamoci, comunque, una rapida presa di coscienza della cittadinanza, necessaria per una rinascita che valorizzi le enormi potenzialità da sempre offerte dalla nostra amata Manfredonia.
Bellissimo articolo. Bravo Di Sabato
Manca dall’elenco il Porto Industriale, la più colossale delle occasioni perdute! La prima ed unica volta che, per ragioni del mio lavoro professionale, contattai le autorità portuali e misi il naso in quella zona, capii subito che sarebbe finita “a fieto”. Un paio di imprenditori forestieri volevano creare delle attività industriali nella zona portuale. In breve chiesi in giro e venni a scoprire che tutte, dico tutte, le aree portuali erano state acquistate oppure “opzionate” da amici e clienti degli Amministratori e politici locali, ed erano affaristi, mediatori, speculatori, e…. “dico tutto”!