Un romanzo totalmente ambientato nella vecchia e nella moderna Apulia
Il viaggio di un tarantino, barese d’adozione, attraversa le speranze di un’intera regione
FOGGIA – Un tarantino, barese d’adozione, che nel suo romanzo percorre idealmente e materialmente tutta la Puglia, la attraversa come una scossa elettrica, una radiografia, captandone e raccontandone vitalità, rabbia, speranze e cambiamento: questo sono Giovanni Forte e il suo nuovo libro, “Ci voglio credere”. Ieri, venerdì 15 febbraio, questa meravigliosa storia che percorre la Puglia come un pellegrinaggio d’amore è stata presentata a Foggia, nell’auditorium Cgil di via della Repubblica. Sala gremita e parole non banali quelle del giornalista Geppe Inserra: “Un libro puoi leggerlo con la testa o con il cuore: dopo le prime 10 pagine, il romanzo di Giovanni Forte ti entra dentro come un paesaggio di sentimenti e significati che legano destini, scenari di futuro, codici eterni di un’identità e una storia comuni a tutti i pugliesi”. La terra, innanzitutto. Quella dei contadini, sia di ieri che di oggi, la terra che fa sudare e sperare, la campagna carezzata dagli ulivi oppure violentata dalle discariche abusive, dalle “agro-mafie” che inquinano il nostro presente mettendo a rischio il domani. “E’ un messaggio di fiducia quello che traspare da questa storia”, ha dichiarato Giovanni Forte. “E’ un viaggio dentro la Puglia che è cambiata, che sta ancora cambiando, dove permane per molte persone, soprattutto tra i più giovani, una condizione di disagio e di difficoltà”, ha aggiunto Forte. “Quelle difficoltà possono però essere affrontate e superate, attraverso la realizzazione di un vero cambiamento, la conquista di un orizzonte nel quale ogni persona deve trovare la possibilità di realizzarsi, quella di avere un lavoro e condizioni che permettano non solo di vivere dignitosamente ma anche di sognare un domani migliore”. La storia di Franco e Michele è la vicenda di due fratelli molto diversi l’uno dall’altro, entrambi alla ricerca di una strada che li conduca a poter progettare la propria vita. Quella strada, attraverso le vicende personali dei due, attraversa anche la Capitanata, tutta la Puglia, arrivando arrivando anche a Foggia e a San Giovanni Rotondo. L’autore, segretario generale dello SPI Puglia, il più grande sindacato italiano dei pensionati, nel suo romanzo offre uno spaccato della regione. Si discute moltissimo di migranti e delle dinamiche che spingono milioni di persone, in tutto il mondo, a lasciare la propria terra. Non si approfondisce abbastanza, però, la lacerazione che attraversa anima e cuore di chi, italiano o straniero, è costretto suo malgrado ad abbandonare la propria terra, il proprio Paese. E’ un fenomeno che, proprio in Puglia, offre la doppia accezione: sono tanti i pugliesi che vanno via, sono molti anche gli immigrati che arrivano per lavorare nelle campagne. “Ci voglio credere” comincia proprio da questo, dalle vicende di una famiglia spaccata, da due fratelli italiani, pugliesi, che compiono scelte diametralmente opposte rispetto all’urgenza di vivere, di realizzarsi, di trovare la felicità o soltanto un equilibrio. C’è chi va via e chi resta. “Ci voglio credere”, edito da Radici Future, è stato stampato nel mese di gennaio 2019, dalla Dedalo litostampa di Bari.
“Il cambiamento senza lavoro non esiste”. La frase di uno dei protagonisti rimbomba nel vissuto, nell’attualità di una regione che appare uno scenario sempre in bilico tra bellezza, fiducia e orrore: la criminalità organizzata, l’inquinamento, l’opacità che rende inquietanti gli interessi attorno al ciclo dei rifiuti incombono su un paesaggio umano, naturale e urbano che suscita meraviglia, genera speranze, alimenta il senso di identità e di appartenenza di chi, nonostante tutto, non vuole darla vinta alla rassegnazione.