Mercoledì 20 Novembre 2024

Manfredonia lotta con le marinerie pugliesi

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Il 6 febbraio 2019 è stato raggiunto un buon accordo tra l’assessore della Regione Puglia Leonardo Di Gioia e i Sindaci delle città marinare di Molfetta, Manfredonia, Margherita di Savoia, Mola di Bari, Monopoli, Gallipoli, Bisceglie e Barletta. In rappresentanza del nostro territorio, l’avv. Innocenza Starace, assessora alle “Attività produttive” che sta seguendo le problematiche del comparto della pesca di Manfredonia. Da diversi giorni, per non dire anni, le marinerie pugliesi sono in lotta contro le disposizioni di legge dell’UE che ostacolano fortemente l’attività. I pescatori denunciano sanzioni spropositate, dai 4mila ai 75mila euro, per chi non rispetta la misura dei pesci e le dimensioni delle reti a strascico che devono essere larghe almeno 50 cm, una misura oltremodo grande per i pesci dei nostri mari che hanno dimensioni decisamente più piccole rispetto a quelli dei mari del Nord dove è più facile trovare merluzzi, salmoni, tonni più grandi.Una settimana fa il governatore Emiliano, durante l’incontro con i sindaci e i rappresentanti delle marinerie, fece un appello ai rappresentati politici al Parlamento europeo affinché si impegnassero a rivedere il regolamento mediterraneo per renderlo più compatibile con le caratteristiche del pescato dei nostri mari, laddove i pesci hanno dimensione decisamente più piccole. L’incontro in Regione è stato proficuo e dimostra che le istituzioni sostengono le giuste denunce e preoccupazioni dei pescatori sul futuro del loro comparto, in crisi da oltre un decennio. Le loro richieste verranno presentate al Governo, spronandolo a far modificare con urgenza il quadro sanzionatorio della legge 154/2016. Infatti La Commissione “Agricoltura e pesca” sta procedendo all’iter parlamentare per consentire la diminuzione delle sanzioni ora previste. Un altro problema di cui si sta occupando il comune di Manfredonia con l’Autorità di Sistema di Manfredonia riguarda il mancato ritiro degli speciali permessi per la pesca del “rossetto”, pregiato pesce di max 5 cm, di cui è ricco il nostro Golfo. Le norme europee obbligano gli operatori che hanno l’autorizzazione di effettuare solo quel tipo di pesca, altrimenti scatterebbero le salate sanzioni. Quindi il pescatore preferisce non ritirare il permesso per evitare scarsi guadagni (basso quantitativo di pescato) ed eventuali sanzioni. Un altro grave problema è la mancanza di coesione all’interno degli Operatori della Pesca di Manfredonia ed il neo Consorzio di Commercianti (SIME). Quest’ultimo si è aggiudicato l’asta per la gestione del Mercato ittico, fermo da più di un anno a causa delle note vicende giudiziarie. La flotta peschereccia di Manfredonia si è più che dimezzata rispetto a vent’anni fa che contava circa 500 motopescherecci. Nel tempo il comparto non ha adottato un’efficace programmazione per cambiare le sorti dell’obsoleto sistema non più al passo coi tempi. E’ difficile contrastare l’agguerrita concorrenza estera e adeguarsi alle nuove tecnologie di commercializzazione telematica. Occorrerebbe un nuovo modus operandi e l’adozione di un efficace “lavoro” di squadra tra i commercianti e gli operatori ittici per rilanciare l’economia del territorio, rispondendo efficacemente alle richieste provenienti anche dall’estero del pesce molto pregiato che vive nel nostro mare.

Grazia Amoruso

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