Venerdì 15 febbraio, alle ore 17, nell’Auditorium Cgil di via della Repubblica 68
Storie che si intrecciano, tra rassegnazione e speranza. Ci sono anche Foggia e la Daunia
Tra i temi affrontati quello del lavoro, che domani porterà migliaia di pugliesi a Roma
FOGGIA – Attraversa la Capitanata e la Puglia, arrivando anche a Foggia e San Giovanni Rotondo, la storia raccontata da Giovanni Forte nel suo nuovo libro “Ci voglio credere”. L’autore, segretario generale dello SPI Puglia, il più grande sindacato italiano dei pensionati, sarà a Foggia per presentare il suo libro, nell’auditorium della CGIL in via della Repubblica 68, venerdì 15 febbraio alle ore 17. Assieme a lui, a discutere dei temi affrontati nel romanzo, ci saranno il giornalista Geppe Inserra e il segretario generale della FLAI Cgil di Capitanata Daniele Iacovelli. Ci saranno, naturalmente, le compagne e i compagni dello SPI Cgil di Capitanata che, proprio in questi giorni, hanno completato la composizione della segreteria dopo la lunga fase congressuale con le elezioni di Alfonso Ciampolillo e Tina Trevisonne a coadiuvare e affiancare il segretario Franco Persiano.
LA TERRA CHE NON VORRESTI ABBANDONARE. Si discute moltissimo di migranti e delle dinamiche che spingono milioni di persone, in tutto il mondo, a lasciare la propria terra. Non si approfondisce abbastanza, però, la lacerazione che attraversa anima e cuore di chi, italiano o straniero, è costretto suo malgrado ad abbandonare il proprio Paese. “Ci voglio credere” comincia proprio da questo, dalle vicende di una famiglia spaccata, da due fratelli italiani, pugliesi, che compiono scelte diametralmente opposte rispetto all’urgenza di vivere, di realizzarsi, di trovare la felicità o soltanto un equilibrio. C’è chi va via e chi resta.
LA PUGLIA TRA PASSATO E PRESENTE. “Il cambiamento senza lavoro non esiste”. La frase di uno dei protagonisti rimbomba nel vissuto, nell’attualità di una regione, la Puglia, che appare come uno scenario sempre in bilico tra bellezza, fiducia e orrore: la criminalità organizzata, l’inquinamento, l’opacità che rende inquietanti gli interessi attorno al ciclo dei rifiuti incombono su un paesaggio umano, naturale e urbano che suscita meraviglia, genera speranze, alimenta il senso di identità e di appartenenza di chi, nonostante tutto, non vuole darla vinta alla rassegnazione.
DAL LIBRO ALLA LOTTA. I temi affrontati nel romanzo sono tanto attuali da richiamare la realtà viva, perfino la cronaca politica e sociale di questi giorni. Domani, sabato 9 febbraio, da tutta la Puglia saranno migliaia gli studenti, i lavoratori, i pensionati, le donne e gli uomini che parteciperanno a Roma alla manifestazione nazionale unitaria “Futuro al Lavoro” proclamata da Cgil, Cisl e Uil. A Piazza San Giovanni in Laterano, ci sarà una grande mobilitazione a sostegno della piattaforma unitaria con la quale le tre confederazioni avanzano le loro proposte, per chiedere al Governo di aprire un confronto serio e di merito sulle scelte da prendere per il Paese. Creazione di lavoro di qualità, investimenti pubblici e privati a partire dalle infrastrutture, politiche fiscali eque, rivalutazione delle pensioni, interventi per valorizzare gli assi strategici per la tenuta sociale del Paese, a partire dal welfare, dalla sanità, dall’istruzione, dalla Pubblica Amministrazione e dal rinnovo dei contratti pubblici, maggiori risorse per i giovani, le donne e il Mezzogiorno. Queste, in sintesi, le priorità di Cgil, Cisl e Uil per la crescita del nostro Paese. Sono attesi complessivamente, e con una grande presenza della Capitanata e della Puglia, oltre di 1.300 pullman, 12 treni, 2 navi dalla Sardegna, più di 1.000 voli, oltre a tutta la partecipazione auto-organizzata. Il concentramento dei manifestanti è previsto in Piazza della Repubblica alle ore 9, dove partirà il corteo che percorrerà via delle Terme di Diocleziano, via Giovanni Amendola, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza di Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, e arriverà in Piazza San Giovanni in Laterano.