Il prossimo 6 Febbraio presso il Dipartimento di Studi Umanistici, sito in Via Arpi, l’Università degli Studi di Foggia aprirà le sue porte alla cittadinanza. Alle ore 15:30 avrà luogo la presentazione del libro curato dalla Professoressa di Didattica Generale e di Didattica delle Culture, Laura Marchetti “L’Umanità come Patrimonio – complessità e intercultura nelle politiche UNESCO“, Andrea Pacilli Editore, mentre alle ore 17:30 il “Filatoio di Comunità“, ossia una rappresentazione narrativa degli studenti del corso di Didattica Generale AA 18/19. La realizzazione del Filatoio è frutto di un percorso di studi e di approfondimenti sui testi per proporre una rielaborazione originale e creativa degli argomenti affrontati in aula. Il tema cardine è stato la fiaba, una delle forme narrative più antiche della storia dell’umanità che nel corso dei secoli si è tramandata per voce e per mano femminile, sia attraverso il racconto che tramite la tessitura di trame e tappeti, proponendo attraverso quella “filosofia del filatoio” di cui parla la Von Franz una visione del mondo più inclusiva, in opposizione alla Storia ufficiale. Il fil rouge si è districato, mediante un sentiero nomade-migrante, dapprima in aula dove sono stati forniti i fondamenti teorici imprescindibili per praticare quella che la Professoressa Marchetti identifica come “didattica della carezza“, recuperando la concezione di carezza fornita da Levinas, così come anche la promozione di una “didattica in azione“, in grado di coniugare teoria e prassi, mente e corpo. Poi in un viaggio d’istruzione a Rapone, un piccolo paese della Basilicata, identificato come il Paese delle Fiabe; per un gruppo circoscritto di studenti a Monte Sant’Angelo con la visione e la partecipazione attiva al Filatoio di Comunità, curato dall’Associazione Enzo Marchetti, durante il quale si è narrata attraverso varie forme artistiche la Fiaba del Serpente a Sette Teste. Infine il cerchio si è chiuso, la matassa si è riavvolta, attraverso la proposta lanciata dalla docente di realizzare un Filatoio universitario, per promuovere una metodologia d’esame differente. Cos’è il filatoio? Di cosa si tratta? Cosa spinge circa sessanta studenti e studentesse a mettersi in gioco, a cooperare, a sfidare il tempo, a liberare la propria immaginazione, proponendo una diversa concezione del mondo, in grado di accogliere e riconoscere culture altre? È tutto da scoprire, risvegliando quel thauma, quello stupore tipico dell’infanzia, concedendosi e ritagliandosi il tempo necessario per varcare l’uscio dell’Università, lasciarsi contagiare e perché no apprendere e riproporre anche al di fuori dalle mura accademiche una nuova prospettiva di vita, così come è accaduto agli studenti. La cittadinanza è invitata.
Angela la Torre