Può succedere di commuoversi dopo aver segnato una rete, magari durante la finale di un mondiale o della UEFA Champions League. Invece è successo al Miramare, in Prima Categoria, dopo aver realizzato la terza rete, non la prima al 90’, si potrebbe dire: un gol poco importante, ininfluente! E’ successo al 10’ del secondo tempo di Manfredonia 1932 contro lo Stornarella, quando dalla fascia opposta alla sua è arrivato un cross che Alessandro Lauriola ha girato a rete, schiacciando la palla a terra al primo rimbalzo: un gesto ed una rete di pregevole fattura che, per il giovane attaccante sipontino, ha avuto un significato ed un’emozione molto particolare.
Era il 10 febbraio del 2016 quando un quotidiano foggiano riportava:”… Nel finale il pareggio di Iemmello su assist del giovane Lauriola, che poi realizzerà il penalty decisivo.“ era la gara di Coppa Italia di Lega Pro tra Akragas e Foggia, finita 4-5, dopo i calci di rigore. Di fatto “Alessandro Lauriola regala al Foggia l’accesso alle semifinali di Coppa Italia di Lega Pro“ scriveva ancora il giornale di Foggia. Soltanto tre anni fa l’attaccante sipontino era sicuramente tra i ragazzi più attenzionati e promettenti del Foggia. In serie B un contratto lungo conferma l’interesse dei Satanelli per il giovanissimo esterno manfredoniano. In rosa non c’è molto spazio per il giovane “97 e si pensa di “fargli fare le ossa” in serie D, a San Severo e a Manfredonia. A novembre 2017, l’arrivo di Luca Nember, cambia la prospettiva. All’improvviso Alessandro Lauriola diventa un “peso” di cui liberarsi appena possibile. Non viene fatto alcuno sforzo neanche per accasarlo in Lega Pro o in serie D.
A gennaio di quest’anno Alessandro “toglie il disturbo” e cede alle lusinghe del presidente Raffaele De Nittis e alle assicurazioni del capitano ed amico, Pasquale Trotta, ed accetta di scendere in Prima Categoria. Un anno di inattività e di poca considerazione hanno fatto male al morale e al fisico del giovanissimo attaccante. Le prime partite mostrano l’esterno alto sipontino a non più del 50% del suo potenziale. Domenica scorsa, al 5’ st, un errore su una palla da spingere solo in rete lo manda nell’assoluta disperazione. E’ inconsolabile. Poi il gol, l’esultanza incontenibile, l’abbraccio dei compagni e la commozione, il pianto sulla spalla di Giovanni Manzella, uomo- spogliatoio del Manfredonia 1932.
Un gol, un calcio al pressapochismo del calcio e di molti addetti ai lavori. Un gol per riprendere il feeling con uno sport, con una passione a cui ha ancora tanto da dire e a cui ha dedicato la sua adolescenza, passando da Lanciano a La Spezia e, forse sbagliando, accettando la chiamata da Foggia.