“Lo scorso 31 dicembre, dopo la firma di tutti i ministeri competenti, sono state sbloccate le risorse per il pagamento ai lavoratori imbarcati degli indennizzi del fermo pesca 2018, la cui presentazione delle domande di accesso dovrà avvenire entro il prossimo 28 febbraio. Una risposta importante per i nostri pescatori, che garantisce complessivamente 16 milioni di euro al settore, di cui 11 per indennizzare il periodo di fermo obbligatorio”.
Lo dichiarano in una nota unitaria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca.
“Ma la novità significativa di questo provvedimento, con un impegno finanziario di 5 milioni di euro – aggiungono i sindacati – riguarda l’introduzione di una misura di sostegno al reddito anche nei casi di sospensione dell’attività lavorativa determinata da cause diverse del fermo obbligatorio, ovvero quelle dipendenti da condizioni meteo marine avverse, da insabbiamento dei porti, da malattia del comandante e da giorni di fermo decisi da Op e consorzi. Con questa misura si apre oggi la strada verso una reale stabilizzazione del reddito dei pescatori, ancora più evidente, grazie all’incremento delle risorse previste dalla legge di bilancio 2019 per questo obiettivo. Un intervento prezioso che dovrà essere regolato in modo da garantirne un accesso equo a tutti, evitando squilibri tra imbarcazioni, sistemi di pesca e regioni”.
“Sono anni che il Sindacato rivendica la necessità di un ammortizzatore stabile per la pesca, a vantaggio dei lavoratori, delle imprese e della tutela ambientale”, concludono Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca: “Auspichiamo, quindi, che nelle prossime settimane si apra un confronto di merito tra parti sociali e governo, attraverso un tavolo interministeriale, per poter offrire ai nostri pescatori gli stessi benefici garantiti ai lavoratori agricoli, grazie allo strumento della Cisoa agricola o analogo ammortizzatore, che assicurerebbe certamente un iter più semplificato sia per la presentazione delle domande che per il pagamento delle indennità, un sostegno al reddito più congruo e per un numero più alto di giornate non lavorate. Riteniamo che se insieme alle risorse introdotte per il settore si aggiungesse una forma sostenibile di autofinanziamento da parte di imprese e lavoratori, potremmo garantire alla pesca un futuro fatto non solo di divieti ma di grandi opportunità”.
…basta, con tutti questi soldi che ci state dando da settembre ci farete arricchire, non sappiamo più dove metterli