EXPORT +1,5%
Emiliano e Borraccino: “Puglia vitale e dinamica, così in tre anni è cresciuta la nostra economia. Uno stimolo a migliorare ancora”
Tre punti di Pil in più in tre anni (2015, 2016 e 2017), occupati in crescita del 9 per cento e export dell’1,5.
Con questi numeri la Puglia chiude col segno “più” un triennio in cui ha dimostrato di avere la capacità di affrontare e superare le difficoltà di una crisi devastante e di poter ripartire con una marcia in più.
Ma sono anche la cartina al tornasole di politiche di sostegno, di accompagnamento, di spinta ad innovare e ad internazionalizzare per crescere in competitività. Con la nuova programmazione dei fondi strutturali infatti, gli incentivi alle imprese, attivati a giugno del 2015 dalla Regione Puglia e gestiti dalla società in house Puglia Sviluppo come organismo intermedio e finanziario, hanno generato al 19 dicembre 2018 una risposta pari ad oltre 3,4 miliardi di euro in termini di investimenti, mentre gli incrementi occupazionali previsti ammontano a 18.363 unità e consolidano anche l’occupazione precedente portando il numero totale a 91.301 unità.
I dati del Pil, degli occupati e dell’export si riferiscono al triennio 2015, 2016 e 2017. La fonte è l’Istat che ha diffuso i tre indicatori, consolidando, nelle elaborazioni di dicembre 2018, i numeri relativi al Prodotto interno lordo delle regioni.
“Il tessuto produttivo della Puglia è vitale e dinamico. Uno stimolo a migliorare ancora”, ha detto oggi il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, commentato i dati diffusi dall’Istat a dicembre. “le imprese pugliesi stanno resistendo alla crisi e passo dopo passo si avviano verso un miglioramento graduale e costante che fa ben sperare. Oggi, con i dati diffusi dall’Istat a dicembre, riteniamo opportuno e doveroso dare conto ai pugliesi di questo percorso”.
“Nel 2015 il Pil della Puglia ha segnato un +1,2% , nel 2016 +0,8%, e nel 2017 +0,9%. Rispetto al 2014 la Puglia è cresciuta di quasi 3 punti di Pil (per la precisione 2,93%). Non è un punto d’arrivo, ma è un’ottima partenza. E ci conforta in questo quadro il dato sull’occupazione”.
“Nel terzo trimestre del 2018 – ha continuato Emiliano – l’Istat ha calcolato un numero di occupati pari a 1,246 milioni. Sono 102mila in più rispetto al 2014, in termini percentuali si sfiora un aumento del 9 per cento. Anche in questo caso abbiamo una crescita costante di anno in anno: 1,171 milioni di occupati nel 2015; 1,194 nel 2016; 1,198 milioni nel 2017 e infine 1,246 nel terzo trimestre del 2018. Tant’è che per l’occupazione siamo vicinissimi ai valori precedenti alla crisi: il tasso di occupazione è: 46,5 del 3° trimestre 2018 rispetto a 46,6 del 2007 e del 2008. La Regione ha sostenuto le imprese in questo percorso attraverso una politica industriale strutturata che mettendo a disposizione strumenti di incentivazione privi di scadenza, non ha mai interrotto l’iniezione di liquidità in favore del tessuto produttivo.
Le imprese hanno investito infatti oltre 3,4 miliardi di euro. Una tale mole di investimenti esprime il gradimento nei confronti dei nostri strumenti, gradimento ottenuto attraverso un processo di partecipazione che ha coinvolto tutti, dalle parti sociali alle imprese.
La prova di questo è il grande sorpasso delle piccole e medie imprese che, per la prima volta, attraverso uno strumento di incentivazione come il Titolo II – Capo III superano gli investimenti della grande industria. Lo strumento sta movimentando infatti investimenti per oltre 1 miliardo di euro (di cui 267 milioni le agevolazioni richieste) con un numero record di richieste pari a 5.264 iniziative. È in assoluto lo strumento di agevolazione di maggior successo dell’intero pacchetto messo a disposizione delle imprese. Segna per la prima volta il superamento degli investimenti generati con i Contratti di Programma (oltre 1 miliardo del Titolo II contro 967 milioni dei Contratti di Programma). In sostanza le Pmi battono la grande impresa. Non era mai avvenuto fino ad oggi. Ed è un successo ottenuto anche grazie al coinvolgimento e all’interlocuzione costante con tutte le parti coinvolte”.
“In questi numeri – ha aggiunto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Cosimo Borraccino – è dimostrata la formula guida della politica industriale regionale: più innovazione, più internazionalizzazione, più investimenti, uguale più competitività. Gli investimenti in ricerca sono cresciuti fino a superare il 36,6% del totale degli investimenti per gli strumenti di agevolazione di Contratti di Programma e Pia. Si tratta del doppio rispetto alla programmazione 2007-2013 nella quale si attestavano al 18%, mentre gli investimenti dei gruppi esteri in Puglia superano ormai il 51,6% del valore dei progetti presentati con i Contratti di Programma. Abbiamo in Puglia 17 progetti di investimento provenienti da Germania, Francia, Olanda, Turchia, India, Stati Uniti e Canada. I nostri incentivi sono potentemente attrattivi per multinazionali e gruppi esteri ma anche per le Start up provenienti da altre regioni. Questo per noi è un enorme valore aggiunto, perché cresce l’occupazione della Puglia e, allo stesso tempo, la ricerca sulla quale le imprese stanno investendo resta tutta sul territorio”.
Gli incentivi per le imprese sono gestiti dalla società regionale in house Puglia Sviluppo Spa in qualità di organismo intermedio e finanziario.
“Chi vuole investire in Puglia ha un ventaglio ampio di opportunità”, ha sottolineato la presidente del Cda Grazia D’Alonzo. “Oggi mettiamo a disposizione delle imprese di ogni dimensione dieci strumenti di incentivazione tutti attivi, privi di scadenza e con accesso online. Abbiamo una squadra di professionisti altamente specializzati che è in grado di garantire un confronto costante con le imprese in ogni fase del progetto e stiamo rafforzando l’accesso al credito”.
“Tra poco saranno attivi due nuovi strumenti”, ha aggiunto il direttore generale Antonio De Vito. “Si tratta di misure innovative in grado di assecondare e valorizzare il processo di crescita delle Pmi regionali attraverso strumenti che rafforzano il mercato del credito e dei capitali”.
SCHEDA
L’economia della Puglia secondo gli ultimi indicatori Istat
Pil: +3% in tre anni
Il Prodotto interno lordo della Puglia nel 2017 è cresciuto rispetto al 2014 di 1,956 miliardi di euro, aumentando in termini percentuali complessivamente quasi del 3 per cento (il dato preciso è 2,93%).
Nel 2015 infatti il valore del Pil, pari a 67,516 miliardi di euro, è lievitato rispetto al 2014, dell’1,2%;
nel 2016, con un valore in termini assoluti di 68,057 miliardi, l’aumento è stato dello 0,8%;
nel 2017, un ulteriore crescita dello 0,9% ha portato il Pil al valore assoluto di 68,661 miliardi di euro.
Occorre ancora molto lavoro per tornare al valore pre-crisi del Prodotto interno lordo – che fu pari a 72 miliardi di euro nel 2008, quando la Puglia si affacciava al suo nuovo boom economico – tuttavia questa crescita costante per tre anni di seguito e la risposta delle imprese agli strumenti di incentivazione regionale, sono un segnale forte di dinamismo e di volontà di crescere da parte del tessuto imprenditoriale pugliese. (Fonte Istat)
Occupati: +9% in tre anni e 9 mesi. Tasso di occupazione quasi uguale a quello pre-crisi
Gli occupati nel 2017 sono cresciuti di 54mila unità rispetto al 2014 diventando 1,198 milioni (nel 2014 erano 1,144 milioni), in termini percentuali si tratta del 4,7% in più.
Questo dato è ulteriormente cresciuto nel 2018: nel terzo trimestre dell’anno l’Istat ha calcolato un numero di occupati pari a 1,246 milioni, quindi 102mila in più rispetto al 2014, in termini percentuali si sfiora il 9 per cento in più.
Anche nel caso dell’occupazione l’aumento è stato costante negli anni: 1,171 milioni di occupati nel 2015; 1,194 nel 2016; 1,198 milioni nel 2017 e infine 1,246 nel terzo trimestre del 2018.
Considerando il terzo trimestre del 2018, il dato rincuorante è il tasso di occupazione che ritorna ad essere quasi uguale a quello pre-crisi: 46,5 del 3° trimestre 2018 rispetto a 46,6 del 2007 e del 2008. (Fonte Istat)
Export: +1,5% in tre anni e +11% rispetto al 2008, anno precedente alla crisi
Con un valore di 8,262 miliardi di euro nel 2017 rispetto agli 8,139 miliardi del 2014, il fatturato export cresce in Puglia, rispetto a quell’anno, di 123 milioni di euro, segnando in termini percentuali l’1,5% in più.
Lo sbocco sui mercati esteri ha rappresentato una delle reazioni più significative alla crisi. In questo senso l’indicatore dell’export costituisce davvero un caso straordinario di resistenza e di miglioramento.
Nel 2008, infatti, il valore delle esportazioni è stato pari in Puglia a 7,439 miliardi di euro. Dunque nel 2017 è stato superato di 823 milioni di euro, il che coincide all’11% in più. Se consideriamo il 2007 la forbice è ancora più ampia: in quell’anno infatti le vendite all’estero da parte della Puglia si fermarono a 7,191 miliardi di euro. (Fonte Istat)