Dopo un iter lungo più di vent’anni arriva il piano comunale delle coste, ovvero lo strumento di assetto, gestione, controllo e monitoraggio del territorio costiero comunale in termini di tutela del paesaggio, di salvaguardia dell’ambiente, di garanzia del diritto dei cittadini all’accesso e alla libera fruizione del patrimonio naturale pubblico, nonché di disciplina per il suo utilizzo ecocompatibile. Il documento sarà utile sotto più fronti: disciplina tecnicamente tutti gli aspetti legati alla costa, come ad esempio gli arenili, le spiagge e gli accessi al mare, la linea di balneazione, la tutela delle zone da tutelare e quant’altro concerne il litorale. Oltre agli importanti aspetti tecnici, il piano ha una rilevanza strategica per il settore su cui sta puntando Manfredonia, peraltro, primo comune pugliese ad attivarsi in questa direzione, ovvero il turismo. Un’importantissima novità è la possibilità di destagionalizzare l’offerta turistica senza confinarla alla sola stagione estiva. Ottima notizia per gli addetti ai lavori e ai futuri investitori. Secondo studi del Politecnico di Bari sulla base dei quali poggia il piano, infatti, la litoranea manfredoniana ha una valenza turistica di classe A, dove a differenza della classe B insiste un maggior impatto turistico. Proprio su questo tema si è discusso allo scorso consiglio comunale; avere una valenza turistica di classe A implicherebbe accostamenti, in termini di servizi complementari (hotel, parcheggi, mobilità), a modelli virtuosi del settore turistico oltre che canoni più che raddoppiati. Questi canoni, essendo pagati alla regione Puglia e all’Autorità di Sistema Portuale in base alle rispettive competenze, non hanno una ricaduta sul territorio in quanto alla città resta solo una percentuale pari al 2,5% delle transazioni. Prudente il Consiglio, che sta cercando di riparare all’errore di pianificazione iniziale attraverso misure atte proprio a declassare Manfredonia per andare incontro alle esigenze degli interessati. Mantenere la prima classe significa anche accettare l’aumento dei canoni concessori che, salvo proroghe, scadranno nel 2020 a seguito delle direttive comunitarie. Perplessità lecite dell’opposizione che si è domandata se vi fosse stato un coinvolgimento attivo degli operatori e se il piano fosse aggiornato alla luce degli eventi del 2018. I dissidenti, sanno benissimo che ormai è tardi per un declassamento e lamentano uno scarso coinvolgimento del Consiglio e delle commissioni. Dubbi leciti, ma la misura approvata è da accogliere come importante opportunità per tutto il territorio nonostante le sue lacune e ambiguità. Il waterfront cittadino potrebbe cambiare nel giro di una decade grazie alle nuove disposizioni che prevedono, tra le tante novità, la rimozione di strutture obsolete e una maggiore chiarezza su ciò che si può e che non è possibile fare sulla costa. Le future gare sulle concessioni, inoltre, potrebbe dare nuova linfa al turismo e cambiare l’assetto oligopolistico dei concessionari, o perlomeno convincere chi ha già investito tanto che credere nel turismo non è stata una cattiva idea.
Antonio Raffaele La Forgia
A Manfredonia è tutto un “PIANO” a quando un “VELOCE”, nel senso che si attui il “piano” velocemente e/o nei termini previsti….un’utopia x Manfredonia.