Nello scorso consiglio comunale si è tornato a parlare di EnerGas data l’imminente conferenza dei servizi convocata per il 5 dicembre presso il Ministero dello Sviluppo Economico. La notizia ha agitato gli animi degli addetti ai lavori della politica manfredoniana al punto che il Sindaco Riccardi ha ritenuto opportuno ribadire per l’ennesima volta la contrarietà del Comune al progetto della multinazionale partenopea. Il Sindaco ha sottolineato che le intenzioni sono già “cristallizzate nei documenti ufficiali” che l’amministrazione ha prodotto a riguardo negli ultimi anni. I problemi di natura tecnica che danno speranza all’ente riguardano il tema della sicurezza e l’assenza di autorizzazione paesaggistica. Due argomentazioni su cui si dovrà discutere nelle sedi opportune e che danno speranza alla città per un nulla di fatto al MiSE. Sul piano politico, come ben noto, la cittadinanza si è espressa con un “no” quasi unanime al referendum del 2016 dopo una stagione di protesta lunga più di un anno. Riccardi ha infine dichiarato che “la chiusura è rimessa a chi nel passato ha messo sul tavolo la cambiale. La ruota gira, ci aspettiamo si chiuda con un no” riferendosi al governo gialloverde che ora ha l’onere di mettere un punto alla faccenda. Giovanni Fiore, consigliere comunale pentastellato, ha dovuto rammentare che il gruppo politico locale del M5S ha “consegnato un dossier a Di Maio” che contiene tutte le osservazioni tecniche prodotte da esperti del settore. È il secondo dossier che riceve Di Maio che peraltro è stato abbondantemente informato sull’affare anche in occasione della sua visita a Manfredonia. “Ce la stiamo mettendo tutta”, ha aggiunto il consigliere augurandosi “che prima che arrivassimo noi non siano state fatte manovre che impediscano di fare il bene dei cittadini”. Poi smorza i toni e aggiunge che ad oggi, tuttavia, non risultano manovre celate per favorire l’insediamento di EnerGas nel territorio. “Facile dire la palla è al governo, ma questa procedura va avanti da 20 anni” ha concluso sempre Fiore. Bisognerà aspettare un altro po’ per capire se la sovranità appartiene al popolo o alle multinazionali.
Antonio Raffaele La Forgia