Giovedì 21 Novembre 2024

Gli “schiavi moderni” del reddito di dignità

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Alle scorse sedute di Consiglio del 29 e 30 Novembre, tra gli spettatori fisici ai lavori consiliari c’erano anche 13 beneficiari del cosiddetto RED, il reddito di dignità voluto dall’amministrazione Emiliano per far fronte alla disoccupazione. I 13 sono reduci di un tirocinio formativo e ci espongono il perché della loro protesta composta: “per percepire i benefici della carta RED siamo stati selezionati per un tirocinio presso ASE, ma non c’era conformità tra la teoria del tirocinio e la pratica”. Uno di loro ci spiega che il percorso formativo si è trasformato ben presto in un lavoro a tempo pieno da 6 ore con annessi straordinari e lavoro notturno dove dei tutor non c’era nemmeno l’ombra. “Otto mesi in cui siamo stati carne da macello”, affermano. Gli ex tirocinanti non buttano giù il fumo negli occhi gettatogli in faccia dai dirigenti, i quali – a loro dire – si servivano di manodopera pagata dalla regione “per far fronte ad un momento di estrema necessità”. Il consigliere Ritucci dei cinquestelle ha sottolineato l’evento asserendo che la partecipata “in tempi non sospetti ha utilizzato dipendenti pagati dalla regione”. Il compromesso è ridondante nella politica e spesso chi vive situazioni simili gira lo sguardo altrove pur di racimolare quattrini per mandare avanti la baracca famigliare. Questa  volta, però, la vicenda non passa inosservata e gli ormai ex lavoratori RED stanno agendo su più fronti per puntare i riflettori sulla vicenda. “Abbiamo lavorato con un compattatore, la macchina n°78, che trattava rifiuti speciali. Tutto ciò senza formazione o vaccinazioni, solo un paio di guanti nonostante il rischio che correvamo ad esempio con gli aghi. Un mezzo ASE fu messo successivamente sotto sequestro per radiazioni. Ci hanno mandato allo sbaraglio”. Lo sfogo del signor Vurchio ai nostri microfoni ha dell’incredibile nel momento storico in cui un motto della sinistra è “restiamo umani”. Nessuna copertura assicurativa, nessun riconoscimento INAIL e mai nulla di concreto alle riunioni in cui i dipendenti tentavano di esporre le loro ragioni sono altre delle ragioni per cui questi 13 uomini sono passati alle vie legali forti di aver documentato con i loro smartphone le vicende salienti di questa storia che non ci si aspetta coinvolga enti pubblici e società partecipate come ASE. Dopo una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro i 13 sono stati sospesi. Questi “schiavi moderni” (a loro piace definirsi ironicamente così) ci informano che c’è una vertenza in atto e sarà la magistratura ad appurare eventuali danni e reati. Cristiano Romani di Forza Italia ha sottolineato queste cause vanno a ledere i contribuenti oltre che l’ente chiedendosi se non fosse il caso di adottare altre soluzioni per andare incontro ai lavoratori. Tuttavia, il compito del quarto potere non è emettere sentenze, ma informare. Caschi il cielo quando l’ultima penna smetterà di dare un megafono a chi è una timida voce fuori dal coro.

Antonio Raffaele La Forgia

 

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Commenti

  • Voglio ricordare che il comune di Manfredonia non ci ha riconosciuto neanche l’ attestato per il “tirocinio-lavoro ” svolto presso l’ A.S.E. utile a noi del R.E.D per la compilazione di un eventuale curriculum vitae.

    vurchio michele 04/12/2018 11:17 Rispondi

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