Per i sipontini che si dirigono per lavoro o per divertimento fuori dall’Italia, una delle prime considerazioni che vengono fatte all’estero è quella di trovare una similitudine tra la città ospitante e la “villa” natia. Qualche abitante (meglio conosciuto come “il Nessuno” di omerica memoria) delle contrade viciniori a quella di Manfredonia, ci apostrofa dicendo: “Manfredonia caput mundi”. Forse è vero; infatti, appena si arriva a Barcellona, ad esempio la prima cosa che si vede è il porto, con le sue numerose navi da crociera, e si pensa al perché il nostro porto non debba avere questa opportunità, visto che è uno dei più grandi e sicuri dell’Adriatico. Ed è facile ipotizzare come la “grandeur” barese e foggiana non permetterebbe un siffatto “affronto” alla loro “presunta” superiorità di “città capoluogo”. Ma andando oltre, una similitudine tra la lingua catalana e la “lingua” sipontina è innanzitutto riscontrabile in alcuni aggettivi possessivi, come “tuo” e “suo”, che in catalano si scrivono “teva” e “seva”. Ebbene, nel sipontino queste due parole si scrivono con “tuve” e “suve”. Passiamo ad alcuni verbi come “scaldare” a Manfredonia si scrive “scalefè”, che è simile al catalano “escalfar”; oppure la parola “maccature” (per quelli un po’ più attempati indica il fazzoletto), che è simile al catalano “mocador”. La prima persona plurale del verbo “stare”, si scrive “estem”, da noi si dice “steme”, ed anche la prima persona plurale del verbo “tenere” si scrive “tenim” da noi “tenime”.Oppure andiamo alla parola “cassa”, che in sipontino si pronuncia “casce” identico nella fonetica al catalano “caixa”.Il periodo aragonese di occupazione de Regno di Napoli ha lasciato traccia di sé nel castello di Manfredonia e nelle torri della cinta muraria, tant’è che si possono identificare gli stemmi araldici nel Maschio cittadino, sul torrione del Fico (o del Faro), e sul Torrione San Francesco.Sono tanti pure i cognomi che provengono dalla terra iberica uno su tutti Castigliego, ma pure lo stesso Catalano, comune in quasi tutto il sud Italia.Ma per chiudere in “bellezza” vi sottoponiamo l’identica struttura di portoni d’ingresso di due palazzi, uno a Barcellona (centro storico, Carrer de Bisbe) e l’altro a Manfredonia (Palazzo del Governatore in Via Maddalena): sembrano realizzati dalla stessa mano… e scusate se è poco. Ma non va dimenticato che proprio nel ‘400 e ‘500 sono presenti a Manfredonia numerosi catalani, per lo più di religione ebraica.
Johannis Gaudentius e Antonio el Marinero
Bellissimo articolo. Complimenti. Manfredonia, la mancata “grande Manfredonia”