La Corte dei Conti si è espressa ancora. Il Comune di Manfredonia, relativamente all’esercizio del primo semestre 2018, presenta una situazione di cassa sensibilmente peggiore di quella prevista dal piano di rientro e della situazione mostrata alla fine del secondo semestre del 2017. Una carenza di liquidità pari a 13,5 milioni di euro, più del doppio di quanto previsto dagli obiettivi annuali del suddetto piano. In sostanza il Comune non solo non è riuscito a realizzare gli obiettivi stabiliti nel piano, ma ha addirittura peggiorato la “già critica situazione iniziale”. I Revisori dei Conti, che trasmettono alla Corte ogni aspetto rilevante di questa vicenda, aggiungono che “è assolutamente problematico e improbabile il raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano di rientro triennale” per via della riscossione di entrate di varia natura, debiti fuori bilancio ancora da riconoscere e l’aumentare degli interessi sull’anticipazione di tesoreria di cui il comune non può fare a meno. Una situazione che potrebbe avere fine già a fine dicembre se l’ente si mostrerà inadempiente verso gli obblighi assunti poiché un ricorso tardivo alla procedura di riequilibrio finanziario o alla dichiarazione di dissesto potrebbero arrecare ulteriori danni ad una situazione di cassa già gravemente – attesta la Corte – compromessa. L’opposizione ha fatto leva su queste criticità sponsorizzando un maxi schermo in Piazza del Popolo che ha visto una moderata partecipazione cittadina che sonoramente applaudiva agli interventi della minoranza e fischiava la maggioranza. La metafora ridondante espressa dai consiglieri d’opposizione è stata quella dell’alunno che per recuperare debiti a scuola è costretto a studiare in poco tempo per capovolgere la situazione, ma lo stress dovuto al rapporto tra mole di lavoro e tempo a disposizione non fa che peggiorare ulteriormente la situazione. La maggioranza, Sindaco compreso, non si nascondono e parlano di assunzione delle proprie responsabilità, nonché della scelta squisitamente politica di avvalersi di un piano di rientro triennale piuttosto che decennale per evitare il flop alle prossime amministrative. Effettivamente, se riuscisse quest’impresa dell’amministrazione Riccardi bis non sarebbero pochi i vantaggi d’immagine; inoltre, va sempre tenuto a mente che il piano è – appunto – triennale e l’amministrazione potrebbe ottenere il 2019 come ulteriore banco di prova. In ogni caso, i rischi sono alti: se finisse tutto a fine anno, una gestione prefettizia comporterebbe un innalzamento delle imposte e tasse locali nella massima misura possibile. Alternativamente, il protrarsi della situazione di stallo potrebbe accrescere il debito e diventare patata bollente della prossima amministrazione, con ulteriori svantaggi nei confronti della comunità. Una pagina di politica locale italiana che non ha molto di diverso da altre realtà note e non si capisce ancora quale sia il male minore. Nel frattempo, gli “alunni della politica” sono rimandati a fine anno corrente e sarebbe meglio studiare un modo per uscirne in fretta.
Antonio Raffaele La Forgia
Egregio La Forgia, effettivamente ci sono scolari della politica nel consesso manfredoniano. Tutta l’opposizione a parlare dei debiti accumulati e nessuno che chiede se la deliberazione degli equilibri di bilancio sia stata sanata dai revisori e dal responsabile finanziario. Perché nessuno ne parla più? Come mai? Forse perché potrebbe anticipare la caduta dell’amministrazione? Come mai gestione tributi, che a detta del segretario comunale, non può più gestire niente e’ ancora in auge? Di cose strane ne abbiamo tante a Manfredonia ed un commissario straordinario potrebbe essere il male minore. Per le soluzioni, se abbiamo ancora vigili urbani, multe a volontà per parcheggio selvaggio; per incivili; per festini nelle zone mercatali e chi più ne ha più ne metta. Manca la volontà perché è più facile vendere le proprietà comunali che agire secondo legge. Diversamente e’ la paura di non essere più eletti che genera strani comportamenti. Saluti