Un luogo di incontro e confronto per creare e rafforzare nuove sinergie volte a tutelare una specie preziosa, il Lupo appenninico, supportando al contempo la categoria che spesso ne subisce i danni da predazione: quella degli allevatori.
L’evento è organizzato dall’Ente Parco Nazionale del Gargano e dal Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini – Project Wolf Ethology Teramo-Gargano ed avrà luogo sabato 10 novembre, nella suggestiva cornice dell’auditorium delle clarisse nella biblioteca comunale di Monte S.Angelo; vi prenderanno parte, studiosi, storici, ricercatori, enti istituzionali e associazioni. Il programma della giornata prevede l’apertura con i saluti del Vice-presidente del Parco Nazionale del Gargano Claudio Costanzucci e del direttore del Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini, Prof. Giampaolo Pennacchioni; per l’Osservatorio Faunistico Regione Puglia sarà presente la Dott.ssa Grazia Nardelli. Chairman il Prof. Antonio Camarda, Docente del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’università di Bari, responsabile sanitario dell’Osservatorio Faunistico Regione Puglia, . Molto ricco il programma degli interventi scientifici: il Dott. Davide Palumbo, naturalista, tratterà l’unicità genetica del lupo appenninico, mentre il Dott.Corrado Guacci, Presidente della società italiana per lo studio della fauna “Giuseppe Altobello” onlussi occuperà di approfondimenti storici sulla pastorizia transumante, da sempre legata alla storia del lupo in italia . A seguire, il Prof Pennacchioni illustrerà il percorso compiuto dal lupo durante il processo di ricolonizzazione del promontorio garganico. Interverrà dunque la dott.ssa Carmela Strizzi, direttore f.f. del PNG che assieme al Biologo ricercatore dell’università di bari Dott.Lorenzo Gaudiano presenteranno i risultati delle attività di monitoraggio svolte sulla specie lupo nell’ambito del territorio del Parco. In seguito il Dott, Andrea Gallizia, medico veterinario e coordinatore scientifico CSEBA del gruppo di ricerca”project wolf ethology- pwe”su Teramo e Gargano, con uno studio – oggetto di pubblicazione – sull’osservazione di un caso di competizione territoriale tra un branco di lupi e uno di cani randagi “rinselvatichiti” effettuata in un’area non protetta nei pressi della città di Teramo, e la Dott.ssa Federica Bava, medico veterinario e coordinatore scientifico CSEBA.PWE per il Gargano, che parlerà delle problematiche sanitarie legate alla presenza del lupo e del cane sul territorio, come ad esempio l’eventualità di ibridazione tra le due specie. I due veterinari presenteranno inoltre, accanto alla Dott.ssa Francesca Trenta ( Tutela e Benessere), un ulteriore lavoro, in fase di pubblicazione, sull’efficienza dell’impiego del cane di razza “Mastino Abruzzese”, di recente riconosciuta come patrimonio culturale dalla regione abruzzo, nella tutela e protezione delle greggi e dunque strategia vincente per la mitigazione del conflitto uomo- lupo.
A seguire gli interventi dei Medici Veterinari Asl di Foggia- area C- , la Dott.ssa Simona Mendolicchio e il Dott. Cristoforo Carrino, che tratteranno i rilievi dei danni da predazione da loro effettuati presso gli allevamenti zootecnici, e del Dott. Antonio Petrella (medico veterinario referente per gli animali selvatici per l’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, nonchè referente CERMAS) che esporrà la diagnostica cadaverica sulla specie lupo. Infine e’ previsto, l’intervento della Dott.ssa FrancescA Toto, fondatrice del progetto “Zero Cani in Canile”: il problema randagismo rurale, infatti, può rappresentare l’origine di un processo che porta i cani abbandonati o mal custoditi a un vero e proprio processo di “rinselvatichimento”, costituendo la genesi di numerose predazioni su animali domestici (in particolare ovini, vitelli e puledri)spesso erroneamente attribuite al lupo.
Senza dubbio questo predatore selvatico può, in determinate condizioni, provocare grossi danni al comparto zootecnico , soprattutto laddove non si conoscano gli strumenti e le strategie efficaci per tutelare il bestiame;fondamentale inoltre è far comprendere il valore vista biologico del lupo: la presenza di questo animale sul territorio, infatti, potrebbe divenire attraverso valutazioni concrete e realistiche, preziosa persino per l’ allevatore stesso. E’ ben noto ormai il ruolo del lupo quale “specie ombrello” e regolatore naturale nel contenimento delle popolazioni di ungulati selvatici, quali cinghiali e caprioli. Non di meno, il raggiungimento di un buon trend di convivenza tra uomo e predatori richiede un notevole impegno da parte dell’ allevatore, attraverso la messa in atto di strategie volte alla tutela del proprio bestiame, ed al contempo grande attenzione da parte delle istituzioni di riferimento,con lo sviluppo di formule di indenizzo più rapide e concrete, una volta attestato oggettivamente che il danno sia causato da predatore selvatico
Ecco perchè si rivela essenziale il ruolo dei Media nel trasmettere informazioni correte al fine di sfatare falsi miti, pregiudizi e strumentalizzazioni nei confronti della specie Canis lupus e del suo indiscutibile valore biologico naturale.”
Redazione ManfredoniaNews.it