LA MOSTRA
Manfredonia e Genova immaginarie
Gli acquarelli di Roberto Boero
Inaugurazione sabato 3 novembre, ore 18
Chiostro di Palazzo San Domenico, Piazza del Popolo 7- Manfredonia
La mostra resterà aperta dal 5 al 9 novembre dalle 10 alle 20
Per aiutare la ricerca in Grotta Scaloria, lo I.I.A.S. – Istituto Italiano per l’Archeologia Sperimentale di Genova con il supporto del Comune di Manfredonia ha organizzato un’esposizione degli acquarelli di Roberto Boero, architetto e affermato artista genovese che con la sua generosa donazione ha messo il proprio talento a servizio della Grotta stessa. Genova e Manfredonia condividono una lunga storia di ricerca archeologica. Fu infatti il prof. Santo Tiné, fondatore dello I.I.A.S., a scoprire e richiamare l’attenzione della comunità scientifica internazionale sulle eccezionali testimonianze di Grotta Scaloria di Manfredonia. Oggi è ancora lo stesso Istituto da lui fondato a portare avanti la ricerca ripresa nel 2007 dopo un lungo periodo di sospensione.Questa mostra è l’occasione per conoscere attraverso gli occhi dell’artista due città mediterranee accomunate dalle loro mura fatte di mare, di commerci e di antiche genti, diverse per geografia, dimensioni e carattere ma che al mare hanno sempre guardato con speranza e inquietudine. È anche l’occasione per aiutare chi vuole, con l’archeologia, dare delle risposte alle domande di una città e indagare il passato più antico del suo territorio.L’evento è a favore dello I.I.A.S. per continuare gli scavi a Grotta Scaloria, patrimonio di Manfredonia e uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo. Alla mostra si potranno trovare anche i famosi pandolcini genovesi e i biscotti “Scaloriotti” fatti a mano e ispirati agli splendidi vasi di 7500 anni fa ritrovati sul fondo della grotta.
IL PROGETTO SCALORIA
Grotta Scaloria fu scoperta casualmente nel 1931 in occasione della costruzione dell’Acquedotto Pugliese. Esplorata all’epoca nella sola parte alta, è solo nel 1967 che, grazie agli speleologi di Manfredonia e del CAI di Trieste venne raggiunta la parte più profonda della grotta. In questa area Santo Tiné riconobbe l’esistenza di un rituale religioso, fino ad allora sconosciuto, collegato al “culto delle acque”, praticato intorno alla metà del VI millennio a.C. nel Neolitico, secondo un rituale che prevedeva la deposizione di vasi magnificamente decorati sotto grandi stalagmiti spezzate artificialmente, o sui tronconi di esse, con funzione di raccolta delle acque di stillicidio della volta.I primi scavi sistematici furono condotti dalle Università di Genova e della California alla fine degli anni ’70, da Santo Tiné e da Marija Gimbutas. Le ricerche rivelarono una lunga frequentazione della parte alta della grotta dal Paleolitico superiore fino alla fine del Neolitico e una fase di occupazione più intensa tra il 5400 e il 5200 a.C. epoca in cui mentre nel camerone superiore della grotta si accendevano focolari e si seppellivano i morti, nella parte più profonda si praticava il “culto delle acque”.Il progetto di edizione globale degli scavi a Grotta Scaloria – coordinato dallo I.I.A.S. e finanziato dal Cotsen Institute dell’Università della California – è culminato nel 2016 con la pubblicazione della monografia di rilievo internazionale “The Archaeology of Grotta Scaloria, Ritual in Neolithic Southeast Italy”. Le importanti acquisizioni emerse nel corso di queste ricerche e le prospettive di nuovi importanti risultati scientifici hanno reso necessario la ripresa degli scavi che lo I.I.A.S. porta avanti dal 2013 con cadenza annuale in collaborazione con la Soprintendenza della Puglia, l’Università di Genova, il Museo di Archeologia Ligure e l’Università di Cambridge, grazie anche al fondamentale e prezioso supporto del Comune di Manfredonia e alla generosità dei suoi cittadini.
L’ISTITUTO ITALIANO PER L’ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE
Lo I.I.A.S. – Istituto Italiano per l’Archeologia Sperimentale – è un ente culturale senza fini di lucro. L’Istituto è stato fondato nel 1986 da un gruppo di ricercatori, docenti universitari, archeologi, architetti e restauratori attivi in progetti di ricerca nel campo dell’archeologia sperimentale e della museologia. Oltre all’attività archeologica sul campo e all’interpretazione dei dati, l’Istituto dedica ampio spazio allo studio dei materiali e delle strutture, alla comunicazione museale, alla consulenza scientifica e alla realizzazione di specifici percorsi culturali, rivolgendo gli sforzi maggiori al coinvolgimento del pubblico al fine di renderlo partecipe e protagonista all’interno degli itinerari guidati e di laboratori dedicati alla storia e all’archeologia. Nel corso degli anni, la sinergia tra ricerca, interpretazione critica e applicazione museografica ha consentito il potenziamento della logica procedurale “dallo scavo al museo” che, da sempre, è alla base delle motivazioni culturali e sociali dell’Istituto.
I.I.A.S.
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