Signor Presidente, Signori Consiglieri,
oggi non è un giorno qualsiasi per la democrazia della nostra città, ma un redde rationem per tutto quello che questa amministrazione ha saputo causare a danno di Manfredonia, della sua economia, del lavoro, del suo ambiente, della sua bellezza della sua pulizia, della sua capacità di partecipazione del suo senso civico, della sua libertà. Avete fatto di una città splendente, che tutti c’invidiavano, una bolgia, non solo materiale ma soprattutto morale.
Ora la Corte dei Conti ha fatto giustizia di tutte le chiacchere dette dai sostenitori della Giunta Riccardi. Dicendo: “L’obiettivo previsto risulta, dunque, molto lontano e la carenza di cassa risulta sensibilmente peggiore di quella attesa (+86,84% rispetto alle previsioni). Molta preoccupazione desta la circostanza che il dato rilevato per il semestre in esame si presenta nettamente peggiore di quelli precedentemente individuati. Al termine del primo semestre dell’esercizio 2018, infatti, la situazione di cassa risulta sensibilmente peggiore di quella prevista nel piano di rientro e di quella effettiva riscontrata precedentemente”.
A fronte di questo nuovo giudizio della Corte dei Conti, cosa vi debbo dire. A fronte di tutti i debiti accumulati in tutti questi anni, non proprio spesi per la città, basti pensare a tutte le opere inutili o dannose fatte a nostro danno e solo per accontentare i potenti finanziatori di campagne elettorali, a tutte le regalie ed elargizioni fatte a società ed organizzazione per avere il consenso, a tutte le scelte sciagurate che si sono poi rivoltate proprio contro di noi tutti.
Vi eravate impegnati a pagare il debito in cinque rate semestrali ed invece di diminuirlo quel debito lo avete aumentato di ulteriori 13.578.638 euro. Ma non è tutto, perché appare opportuno evidenziare anche che, come esposto in passato, il risanamento risulta fortemente ostacolato dall’esigenza di rimborsare, con gli interessi, un indebitamento da mutui, di euro 46.505.119,91, più tutti gli ingenti debiti da pagare, che determinano un ulteriore peggioramento dei tempi di pagamento e comporta certamente un incremento del rischio di azioni legali dei debitori nei confronti dell’ente con conseguente aggravio di spese.
Infine la Corte dei Conti ha sancito, senza mezzi termini, che il Comune non ha finora realizzato gli obiettivi intermedi stabiliti ed ha ulteriormente peggiorato la già critica situazione iniziale; pertanto risulta, come del resto sostenuto anche dai Revisori dei Conti e dalla Dirigente di Ragioneria del Comune, che è “assolutamente problematico ed improbabile il raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano di rientro triennale”. Perciò, ha avvertito drasticamente il Comune di Manfredonia che, “l’accertamento del mancato rispetto degli obiettivi fissati dal piano di rientro per la fine dell’esercizio 2018 potrà determinare l’applicazione delle misure previste dall’art.6, comma 2, del D.Lgs. n.149/2011”, ovverosia l’obbligo per il Consiglio di dichiarare lo stato di dissesto, che preannuncia, come conseguenza, lo scioglimento del Consiglio Comunale.
Per questo ora l’Amministrazione comunale si sente l’acqua alla gola e fa blocco comune, perché consapevole che, se il Consiglio cade, dovrà venire per qualche mese un Commissario, che però verrà a mettere naso in quello che si è combinato in tutti questi anni, con tutti i rischi penali e patrimoniali.
È questo che si vuole sventare. Per questo il sindaco e la giunta stanno pensando di fare il tutto per tutto, per non rispondere delle proprie responsabilità. Dopo aver fallito il Piano di Rientro Triennale, lo vorrebbero rimodulare, spalmando il debito da loro procurato su un periodo più lungo, che può durare diversi anni, per scaricare il debito sulle future amministrazioni comunali, che non potranno poi assicurare adeguati servizi alla città; nonché direttamente sui cittadini, attuali e futuri, i quali pagheranno per molti anni a venire tutti i tributi (IMU, TASI, TARI, oneri edilizi e commerciali, etc.) nella massima misura stabilita, per tutta la durata del nuovo Piano.
Ma io non voglio parlare solo di debiti. Voglio ricordare anche la vostra inadeguatezza di gestione amministrativa. Da un anno non facciamo nulla, oltre a questo, mentre le difficoltà si aggravano. I problemi sono tanti e non riguardano soltanto lo sperpero di denaro pubblico, speso solo per accontentare gli “amici”. A fronte di un fiume di denaro sperperato dal Comune, pagato da tutti i cittadini, abbiamo servizi da terzo mondo: un ospedale desolato ed allo sbando, sporcizia dappertutto, nessuna cura del verde e della bellezza, di una città che era una vera perla non solo del Gargano; il traffico confuso e mal diretto, assenza di parcheggi; il commercio in mano agli abusivi; il mercato ittico chiuso; scarsa sensibilità per la cura e la protezione dell’ambiente; mancata bonifica del sito EbniChem; il depuratore che non funziona (abbiamo fatto ridere l’Italia!); la cattiva gestione dei Tributi ed incapacità di riscossione il porto turistico senza barche; il disastro barriere frangiflutti e paludi indotte sul lungomare per Siponto; pista ciclabile fantasma, incapacità di stimolare comportamenti positivi: dall’uso delle biciclette, comperate con i nostri soldi, all’adozione privata del verde pubblico, all’igiene nei servizi commerciali, alle inibizioni delle deiezioni canine. Il tutto condito da una vostra lontananza totale dalla popolazione che non viene né sollecitata e né ascoltata, in nessun modo, salvo che non faccia parte della stretta cerchia che tutti sappiamo.
La vostra incapacità nella gestione del bene collettivo è totale ed imperdonabile. A fronte di una completa inadeguatezza manageriale del Sindaco della città, si sono aggiunti assessori scelti per motivazioni non tecniche ma esclusivamente politiche. Dopo le ultime dimissioni del Sindaco, abbiamo seguito tutti, giorno dopo giorno, IL MERCATO DELLE MUCCHE, nel quale consiglieri senza alcuna competenza tecnica battevano i pugni sul tavolo per diventare assessori, purché fosse, minacciando altrimenti di far cadere l’amministrazione. Così si è salvata l’Amministrazione del dimissionario Riccardi, ed i risultati di aggravamento di una situazione, fin troppo precaria, sono sotto gli occhi di tutti.
Ed è una vergogna che anche l’Amministratore Unico dell’ASE, che gestisce un bilancio di 10 milioni annui sia stato eletto per tacitare un consigliere di una lista del “Bello viene ora”, laddove una società così importante per la città aveva bisogno di un vero manager, di lunga e comprovata esperienza. Ecco come agisce il nostro primo cittadino, che dovrebbe circondarsi delle migliori competenze, anche al fine di sopperire ai suoi limiti. È, infatti, risaputo che la prima qualità di un dirigente è quella di scegliere i propri collaboratori.
Non vengano a dirci che hanno sforato il debito per fare le strade e le scuole, perché non hanno saputo fare neanche quello, visto che sono stati mandati indietro al ministero finanziamenti per strade, fogna, acqua, attrezzature sportive e tante altre attività per incapacità di realizzazione.
Prof. Italo Magno
MANFREDONIA NUOVA