Su una popolazione di circa 55 mila abitanti, 50 sono le persone intervenute all’incontro tenutosi ieri sera presso il Luc di Manfredonia. Molti addetti ai lavori. L’argomento era di straordinaria importanza, come tanti altri del resto. Si è parlato del depuratore di Manfredonia, del suo funzionamento oggi ed il lavoro che si sta sviluppando per cerca di renderlo più funzionante ed il riutilizzo dei reflui in agricoltura. Parliamo di Ambiente, di Salute, del nostro Mare, della Pesca, dell’Agricoltura, del dissesto ambientale causato da troppi fattori che partono a monte ed arrivano a valle da noi, tanto da scomodare Striscia la Notizia che ci ha reso uno straordinario servizio promozionale ironizzando su quanto è “pulito” il nostro mare senza però approfondire le cause. Un servizio che non ha smosso le istituzioni, già attive su questo fronte ma ha reso solo uno straordinario danno d’immagine alla nostra terra. Cause che ieri sera sono state affrontate in modo tecnico e serio. Si è parlato del nostro depuratore che non funziona bene, dei tanti depuratori, 14, che scaricano nel Candelaro e nei suoi affluenti, della aziende agricole e non che usano i fiumi come scarichi, del comportamento del cittadino e del fatto che Manfredonia, a valle subisce tutto questo pagando il caro prezzo dell’etichetta “zona insalubre”. All’incontro sono intervenuti l’Assessore Regionale alle Risorse Idriche Giovanni Giannini, del Direttore AIP Vito Colucci, del Direttore Reti e Impianti AQP Francesca Portincasa, il Sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, il Dirigente del Settore Ambiente del Comune di Manfredonia Antonello Antonicelli, il Presidente del Consorzio di Bonifica di Capitanata Giuseppe De Filippo e Luigi Narzotti Dirigente Sezioni Idriche Pugliesi. La Regione Puglia ha stanziato 40 milioni per adeguare il sistema di depurazione sipontino e della riviera sud, interventi che richiederanno tempi non brevi per la messa in opera. L’adeguamento dell’impianto di depurazione di Manfredonia è stato recentemente oggetto di procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale conclusosi con esito favorevole. Tale provvedimento ha posto in risalto e, in un certo senso prescritto, la necessità di implementare gli interventi di riuso dei reflui civili al fine di ridurre il carico sversato nel torrente Cervaro. In tal senso, la proposta progettuale si pone l’obiettivo di assicurare il pieno utilizzo, ai fini irrigui agricoli, del refluo affinato, dopo gli opportuni processi di trattamento che AQP dovrà garantire per assicurare il rispetto delle normative circa la qualità del refluo. L’utilizzo dei reflui affinati è concepito per ridurre il carico nel torrente Cervaro in maniera progressiva e fino ad azzerare lo stesso ed al contempo a sostituire l’irrigazione di comprensori irrigui già operativi e ad oggi serviti dal Consorzio di Bonifica della Capitanata con fonte primaria (approvvigionamento dalla diga di Occhito). Tale prospettiva è strategica sia da un punto di vista ambientale, ma anche infrastrutturale in quanto consentirà ai comparti agricoli serviti di rendersi autonomi (o quantomeno ridurre la dipendenza) dalla fonte potabile primaria. Altro aspetto positivo di rilevante interesse è la possibilità di eliminare completamente lo scarico nel torrente Candelaro con conseguenti benefici in termini di utilizzabilità di una porzione di spiaggia oggi interessata da divieto di balneazione ai sensi della vigente regolamentazione.
Riprese a cura di Raffaele di Sabato
Foto di Francesco Armillotta
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