Alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, ed in particolare quelli della neocostituita Sezione Misure di Prevenzione, con il supporto dei militari dei Comandi territorialmente competenti, dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, delle unità del Nucleo Cinofili di Bari e del Gruppo Carabinieri Forestale di Foggia, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro dei beni al pregiudicato foggiano Massimiliano LIOCE.
Il provvedimento è stato emesso dalla III Sezione Penale del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, che ha costantemente coordinato il lavoro dei Carabinieri in tutte le delicate fasi di indagine.
A seguito di complessi accertamenti patrimoniali e bancari, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire le vaste disponibilità immobiliari e finanziarie del LIOCE, soggetto notoriamente attivo nel lucroso traffico degli stupefacenti.
L’uomo, che formalmente risulta essere nullatenente, aveva in realtà reimpiegato le ingentissime somme di denaro provento dell’attività illecita in un vasto complesso immobiliare, oggetto del sequestro, costituito da tre lussuose villette, ben sedici box auto e un’ampia scuderia, in passato utilizzata per ospitare numerosi cavalli da corsa.
Le complesse indagini bancarie hanno permesso di dimostrare l’esistenza di un amplissimo scollamento tra capacità reddituale dell’intero nucleo famigliare e considerevoli investimenti immobiliari effettuati in poco più di un decennio.
Così, Carabinieri e Procura hanno ottenuto l’accoglimento da parte dei Giudici della proposta per l’applicazione di questa importante misura di prevenzione patrimoniale.
Le norme vigenti in materia prevedono che il mafioso, o colui il quale, sulla base di elementi di fatto, è ritenuto socialmente pericoloso, possa essere colpito non soltanto con gli strumenti propri dell’azione penale, ma anche tramite strumenti preventivi, quali la sottoposizione alla sorveglianza speciale o, come in questo caso, all’ablazione dell’intero patrimonio provento di attività illecite.
Il LIOCE, che callidamente aveva cercato di eludere la riconducibilità a sé del suo vasto patrimonio, mediante una serie di atti falsi e ad una rete di prestanome, è stato ugualmente colpito grazie ai pregiati strumenti che il Legislatore ha fornito alle forze inquirenti con il Codice Antimafia.
Oltre che per il vastissimo e ricco complesso immobiliare situato alle porte di Foggia, precisamente in Tratturo Camporeale, i Giudici del Tribunale di Bari hanno accolto la richiesta di sequestro anche di un appartamento sito al rione Candelaro.
Precedenti indagini dei Carabinieri della Compagnia di Foggia, infatti, avevano permesso di riscontrare come l’immobile, che ad oggi risulta ancora essere formalmente intestato a terzi, fosse stato in realtà fraudolentemente trasferito ad una prestanome del LIOCE, tramite un compromesso di vendita mai trascritto presso la Conservatoria dei registri immobiliari. Il bene sarebbe stato ceduto dai precedenti proprietari sotto minaccia. Che l’appartamento fosse pienamente riconducibile al noto pregiudicato appare pure confermato dall’arresto in flagranza operato proprio lì lo scorso gennaio.
L’intero compendio di beni oggi sequestrati – cinque immobili e 16 box, terreni e un camper – è stimato in circa un milione di euro.
Nella circostanza il LIOCE, che si trovava ristretto in regime di arresti domiciliari a seguito di un arresto per detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti, è inoltre stato arrestato in flagranza, in quanto nel corso della perquisizione sono stati rinvenuti nella sua abitazione un chilo e mazzo circa di hashish, un bilancino di precisione e materiale vario utile al confezionamento dello stupefacente, e due cartucce per pistola cal. 9×17.
La Sezione Misure di Prevenzione del Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia, che ha sviluppato le indagini scaturite negli odierni sequestri, è uno degli strumenti di potenziamento del dispositivo dispiegato dallo Stato, e dall’Arma dei Carabinieri in particolare, in Capitanata, a seguito dell’impennata di delitti riscontrata sul territorio negli ultimi anni, non ultimo il drammatico quadruplice omicidio in cui persero la vita i fratelli Luciani.
Il dispositivo dell’Arma dei Carabinieri, recentemente rafforzato anche dalla creazione dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, incrementa così la propria azione di controllo del territorio e contrasto alla criminalità, anche nell’ambito dell’aggressione patrimoniale ai beni oggetto di reimpiego dei proventi delle attività delinquenziali.
L’odierna operazione è incardinata in un più ampio disegno di aggressione alla criminalità presente nel capoluogo che, proseguendo su tutte le direttrici operative, è destinato a portare nuovi importanti risultati positivi per tutta la comunità.
E poi ci sono i debiti di panna…