«Strumentalizzare la vicenda di Borgo Mezzanone, trasformando gli aggressori in vittime e i poliziotti in carnefici, è tipico di chi cavalca vicende simili per andare contro le forze dell’ordine e mascherare la difesa dei propri interessi con quella degli immigrati». Commenta duramente Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), il clamore mediatico suscitato da alcuni video girati dai cellulari degli extracomunitari residenti nel ghetto di Borgo Mezzanone, che “escluderebbero” le violenze ai danni dei poliziotti che il Sap ha denunciato tre giorni fa.
«Quei video sono stati girati dagli stessi migranti, e in essi si vedeva che molti di loro sono dotati di telefono cellulare per le riprese. Questo risulta anche utile, perché è da anni che chiediamo a gran voce di essere dotati di telecamere sulle divise per operare in trasparenza. Trasparenza però – prosegue Paoloni – significa lasciare i video nella propria integrità e non tagliati o interrotti come sembrano apparire quelli diffusi dai comitati. Nei video diffusi in rete, mancherebbero l’inizio e la fine però una cosa è evidente: la resistenza a pubblico ufficiale. La violenza contro i poliziotti, che non si vede nelle immagini ma che con molta probabilità gli inquirenti riusciranno ad acquisire, è dimostrata nei referti medici che parlano di contusioni, frattura del setto nasale e lesioni sul corpo, guaribili in 30 giorni salvo complicazioni, mentre per l’altro poliziotto lesioni guaribili in 15 giorni. La circostanza è stata confermata alla stampa anche dal Questore di Foggia Mario Della Cioppa».
In merito all’ammanettamento del gambiano alla ruota dell’auto, Paoloni precisa «L’arresto è stato effettuato da due agenti della stradale, completamente accerchiati da altri immigrati. L’auto della stradale non è come una volante, non ha lo stesso livello di protezione, avrebbero potuto accedervi o peggio, distruggerla».