In una società che ci impone ritmi sempre più serrati, risulta spesso molto difficile fermarsi a pensare all’unica cosa che conta veramente: noi stessi. Ansia, stress, depressione, attacchi di panico sono tematiche spiattellate svogliatamente un po’ ovunque, ma che in realtà si conoscono davvero poco. Purtroppo, queste parole così astratte o, peggio, fraintese e usate in modo erroneo (quante volte una persona semplicemente triste si è definita depressa?) non fanno altro che creare ancora più confusione e pregiudizi nei confronti della sanità mentale. La Giornata Mondiale della Salute Mentale, che ricorre ogni 10 ottobre, nasce proprio con lo scopo di informare, sensibilizzare e creare consapevolezza nella popolazione mondiale sull’importanza del benessere della nostra mente. Solo in Italia, 17 milioni di persone soffrono di disturbi mentali. Fa quasi male questo numero, ma è reale. Ne soffro anch’io, motivo per il quale un bel giorno mi sono svegliata, ho sventolato una bandiera bianca, mi sono arresa e ho chiesto aiuto. Mi sono rivolta al Consultorio Familiare dell’ospedale della nostra non troppo ridente città, mi sono fatta coraggio e ho pronunciato le paroline magiche: ho bisogno di aiuto. Scardinare il preconcetto secondo il quale chi si rivolge a uno psicologo è pazzo, strano, ha le rotelle fuori posto è davvero difficile e frustrante, pur trovandoci nel ventunesimo secolo e vivendo in una società avanzata. Ma, onestamente, vale più il giudizio altrui o la propria salute? Dov’è la sostanziale differenza tra il sedersi in uno studio e parlare dei propri problemi a una persona competente e il fare una visita dermatologica? Nessuna, assolutamente nessuna. La salute è dignità e rispetto per il proprio corpo nella sua totalità. C’è un Consultorio gratuito in città, usufruitene. Ci sono decine di studi di psicologi sparsi nei vari quartieri, provateci. Se davvero vi volete bene e sentite di stare male mentalmente, che qualcosa non va, alzatevi e sappiate che la capacità di chiedere aiuto non vi rende più deboli, bensì molto più forti.
Giuliana Scaramuzzi
Quello che hai scritto mi fa riflette.
Grazie