Le feste patronali rinvigoriscono gli usi, i costumi e le tradizioni religiose di un territorio. Ogni città del Gargano omaggia il Santo patrono: la città di Manfredonia festeggia a fine agosto la Madonna di Siponto, San Giovanni Rotondo onora San Pio da Pietralcina, il 20 settembre 2018 si è commemorato il Primo Centenario della Stimmatizzazione del Santo mentre Monte Sant’Angelo venera l’Arcangelo Michele il 29 settembre. I fedeli si raccolgono in preghiera, seguendo i riti religiosi programmati. Una particolare cerimonia che riunisce molti fedeli è il rito della “posa della Spada” di San Michele Arcangelo, preceduto dal corteo per la tradizionale offerta della “Cera” alla Basilica da parte dell’Amministrazione comunale.
Il giorno 28 settembre, vigilia della festività di San Michele, dopo la celebrazione eucaristica presieduta da S. E. Mons. Giacomo Cirulli,Vescovo della Diocesi di Teano-Calvi, è seguita la cerimonia della “Posa della Spada” alla statua di San Michele Arcangelo posta all’esterno della Basilica. Quest’anno la “spada” ha un valore speciale ed è legata ad una storia. “Sei anni fa… racconta ai microfoni di ManfredoniaNews, il cittadino Matteo Luigi Caputo: ho incontrato l’amatissimo Mons. Michele Castoro, (deceduto a maggio c.a.), in occasione della donazione della corona alla Madonna da me realizzata”. Il sig. Caputo ha una forte passione per il ferro battuto e ha voluto donare quest’anno la “Spada all’Arcangelo Michele”, da lui costruita artigianalmente. Così ha mantenuto la promessa fatta sei anni fa a Mons. Michele Castoro che acconsentì, ringraziandolo per la sua particolare devozione all’Arcangelo Michele.
L’artigiano Matteo Caputo descrive la lavorazione e i simboli che ha scolpito: “ La spada è lunga 60 cm., pesa 1.690 Kg. L’impugnatura a Elsa è composta da tre Denti d’Arresto diretti verso la punta della spada. Essi rappresentano la SS. Trinità che dona forza all’Arcangelo per segregare il male. La Guardia (parte della spada,) atta a protezione della mano, è un fiore composto da otto petali, il numero ricorda la data della prima apparizione, l’8 maggio del 490. Sull’impugnatura ci sono quattro foglie che avvolgono il dorso della mano. Rievocano anch’esse le quattro apparizioni: al centro sboccia un fiore, simbolo della Vergine Maria. San Michele, infatti, è il più sollecito nell’onorare la Madre di Gesù. Al centro si erge una croce segno di salvezza. Su di essa è posto un triangolo d’oro che ha incastonate delle pietre preziose bianche: “figli del suo popolo”, (Daniele 12, 7 -4), e una di colore rosso: il Gran Principe. Sopra i vari elementi che compongono l’Elsa sono poste dodici sfere, le dodici tribù d’Israele, il numero dell’elezione del popolo di Dio. L’impugnatura termina con il Pomolo racchiuso in un cuore: l’amore di Dio che si manifesta attraverso il Principe delle Milizie: due nappine a fiocchi scendono dal Pomolo ad indicare la potenza del valoroso Guerriero dell’Altissimo”.
Continua l’artigiano Caputo: “ho provato un’emozione straordinaria nel porre la Spada alla statua di San Michele, realizzando finalmente un mio grande desiderio. Per questo ringrazio tutta la diocesi, il Rettore della Basilica e Mons. Castoro che mi ha sostenuto con il suo sguardo paterno da Lassù”.
Un’altra importante tradizione che si perpetua da anni è il “camminamento” di gruppi di devoti a San Michele Arcangelo che partono da Vieste, da San Marco in Lamis e da Manfredonia-Macchia ed effettuano di notte il percorso di fede per giungere il mattino seguente alla Basilica di Monte Sant’Angelo. Di seguito il video del momento saliente di fede.
Grazia Amoruso
https://youtu.be/t5gvlh6CFJs