Il mese scorso il Golfo di Manfredonia è stato nell’occhio del ciclone mediatico per i problemi dovuti al cattivo funzionamento del depuratore sito alla foce del Candelaro che ha inquinato le acque del nostro mare, arrecando enormi problemi ambientali ed economici agli operatori turistici durante il periodo estivo. Nel mese corrente, invece, la questione ambientale ha riguardato la Conferenza dei servizi sulla bonifica dell’Isola 5, area ex Enichem, tenutasi a Roma al Ministero dell’Ambiente. L’area in questione è particolarmente contaminata a seguito dell’incidente avvenuto il 26 settembre 1976 che provocò la fuoriuscita di tonnellate di arsenico. La Syndial è la società partecipata di ENI che si occupa delle opere di bonifica. Durante l’incontro a Roma, la Società Syndal ha esposto il rapporto del Progetto Operativo di Bonifica “Ad oggi sono stati verificati ottimi risultati con le attività di bonifica in corso grazie alle tecnologie all’avanguardia. I tassi di estrazione del contaminante sono elevati, circa 650 kg all’anno per arsenico e 77 kg/anno per gli idrocarburi aromatici”. Continua il rapporto: “dopo aver ottenuto i risultati dei monitoraggi con i nuovi sistemi in atto si potrà valutare lo stato di avanzamento della bonifica ed eventualmente stimare i tempi di conclusione della stessa”. Il rapporto Syndial è circostanziato ma non convince il Comune di Manfredonia che ha esposto la netta e motivata contrarietà agli interventi di messa in sicurezza permanente (tombamento) dei terreni contaminati, chiedendo di “poter valutare, sotto il profilo tecnico ed economico, una modalità alternativa consistente nella rimozione dei terreni ancora contaminati”. All’appello a Roma erano presenti per il Comune di Manfredonia, l’Assessora (ex ambiente) Innocenza Starace con il dirigente Antonello Antonicelli che hanno fortemente contrastato le posizioni della Syndial al punto da far riaprire un’istruttoria. La tesi dell’avv. Starace si è fondata sul rapporto “dell’indagine epidemiologica sullo stato di salute della popolazione e dell’ambiente nella città di Manfredonia”, realizzata con l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Azienda Sanitaria Locale di Foggia, e conclusasi l’anno scorso. Dall’indagine è emersa una percentuale di decessi per tumore ai polmoni maggiore rispetto ai dati regionali. Manfredonia resta tra i siti più inquinati con un eccesso di mortalità per cancro più alto del 4-5% rispetto al resto d’Italia. Inoltre a Manfredonia nascono più bambini con malformazioni congenite rispetto alla media regionale e nazionale. L’ing. Antonicelli, il 10 settembre scorso, ha trasmesso il documento conclusivo della ricerca epidemiologica, chiedendo al Ministero dell’Ambiente di “tenerne conto nell’ambito delle valutazioni, in ordine alle modalità più efficaci di bonifica da approvare”. Così si è riusciti ad ottenere un approfondimento istruttorio della bonifica dell’area ex Enichem, attraverso l’acquisizione del parere del Ministero della Salute e dell’ASL competente. Nel frattempo adombra lo spettro del mega deposito Energas sulla nostra città tanto ambita e bistrattata.
Grazia Amoruso