Dopo tanti incontri, scontri, negoziazioni, convincimenti e ripensamenti “finalmente”si riorganizza la nuova squadra della giunta comunale di Manfredonia. Rimangono al loro posto Salvatore Zingariello(vice sindaco con delega ai lavori pubblici), Giuseppe La Torrealle politiche giovanili ed educative, Matteo Ognissantiall’urbanistica e assetto del territorio e paesaggio, Noemi Frattaroloalle politiche sociali, Dorella Zammaranolascia le attività produttive e passa all’impegnativo e rognoso assessorato al bilancio e programmazione finanziaria, Innocenza Starace lascia a malincuore l’assessorato all’ambiente e gli vengono affidate le attività produttive e le risorse umane. Il dimissionario Presidente del Consiglio e scalpitante Antonio Prencipeconquista l’assessorato all’ambiente. Franco Tomaiuolodesignato alla Presidenza del consiglio comunale e alla vice presidenza Eliana Clementedi Forza Italia. Un nuovo assetto della geografia politica che dovrebbe permettere alla giunta Riccardi bis di portare a termine il proprio mandato grazie all’assenso di 13 consiglieri. La cura per far passare il mal di
pancia virale che correva negli ultimi mesi nell’aula consiliare. Manovre politiche necessarie per evitare il commissariamento del nostro comune e per cercare di riprogrammare un progetto di gestione e sviluppo per Manfredonia. “Strategica”anche la sostituzione dell’ennesimo Amministratore Unico di Ase, incarico che dovrebbe essere affidato a Franco Barbone, altra mossa “necessaria”per acquietare gli animi di alcuni consiglieri delusi dalla gestione politica di Riccardi, ora, stranamente e magicamente, rientrati in buon ordine nei ranghi. Cambiare le pedine significa anche vanificare molto del lavoro già svolto, ricominciare con i rapporti personali dei vari settori, in molti casi un cambio di strategia. Un rimpasto costoso per la città, “utile”per andare avanti e scongiurare il commissariamento di un comune già iper congelato nella gestione dei servizi per via delle notevoli difficoltà finanziarie ammesse dal primo cittadino. Così come ammette apertamente anche le gravi colpe e responsabilità nella gestione di un paese che ha bisogno di rinnovarsi in un piano di rilancio politico-amministrativo e riscoprirsi come comunità. Staremo a vedere.
Raffaele di Sabato
Egregio Raffaele di Sabato, purtroppo, per questo paese, e’ cambiato lo spartito ma, alla fine, i musicanti sono sempre gli stessi. Se non sono stati capaci di fare qualcosa prima cosa vuole che facciano adesso con una cronica carenza di numerario. E’ stata tutta una manovra per accontentare qualcuno, ma già c’è stato qualche distinguo. La politica del do ut des, se non perpetrata nel tempo, porta a queste situazioni vergognose. Il balletto delle poltrone e’ un danno per il paese ma, tanto, non sono loro sono i cittadini a pagarne le conseguenze. Loro, le prebende, pur non meritandole, le incassano ugualmente. Ci vuole un atto di coraggio, che non hanno, a lasciare tutto, perché un commissario prefettizio, personalmente sono convinto, non può fare peggio di loro. Forse le paure sono altre. Vedremo cosa saranno capaci di fare. Saluti