Appresa la notizia abbiamo quasi pensato ad uno scherzo, ma poi Raffaele, figlio di Gaetano “Tredicello”, ce l’ha confermata, e lo stupore ha preso il posto dell’incredulità. “E’ un dolore, lo so – ci ha detto Raffaele – ma non posso andare avanti così. I giornali non si vendono molto e anche se ho cercato di espandere l’attività con altri prodotti non è abbastanza. Ho bisogno di stabilità e più tempo da dedicare alla mia famiglia”. Raffaele ha affiancato l’attività di suo padre sin da giovanissimo; chi non lo ricorda bambino bazzicare il Rivellino e scherzare con i ragazzi delle comitive che si radunavano “in villa”? Era la mascotte e tutti, proprio tutti conoscono lui e suo padre. Gaetano Pasqua, dettoTredecille, pare dal numero dei fratelli di suo padre, ha cominciato giovanissimo come strillone insieme a Scialippe, altro noto edicolante del dopoguerra. Negli anni ’70 apre la sua edicola in un punto nevralgico della città, l’angolo tra corso Manfredi e via del Rivellino vicinissima al castello e alla villa. Questa posizione fece la sua fortuna, vista l’abitudine dei manfredoniani allo struscio, sia d’inverno che d’estate, e alla sosta in villa per trovare refrigerio nelle calde sere d’estate. L’edicola di Tredicello era per tutti un passaggio obbligato, per il giornale o per una chiacchiera con il simpaticissimo Gaetano. Oggi Gaetano ha 81 anni, ma ogni mattina lo si vede ancora in giro per la città con il suo “Ape Piaggio”, a consegnare i giornali. La “baracchella di Tredicello” ha chiuso il 6 settembre, per chi non se ne fosse accorto, e diventerà un’anonima distribuzione automatica di bibite e cibi imbustati. La sensazione è la stessa di quando abbatterono il Cinema Pesante o il Cinema Impero, considerati da tanti di noi monumenti della città. E qualcuno, per non dimenticare, ha anche proposto di rinominare il Rivellino col nome di Tredicello, come è stato fatto per il largo davanti alla Gelateria Tommasino. A Gaetano e Raffaele, e le loro famiglie, che lasceranno Manfredonia, auguriamo di tutto cuore prosperità e serenità.
Mariantonietta Di Sabato
foto di Pasquale di Bari
Sono cresciuto davanti all’edicola di ‘tridicil’ ogni domenica era una tappa obbligata per comprare le figurine panini…mi rattrista molto la notizia…il tempo passa e le cose cambiano sempre di più. Un grande in bocca al lupo a Raffaele e alla sua famiglia.
Bellissimo articolo. Mi sembra poco corretto invece pensare di dedicare il larghetto in suo onore col suo nome, visto che, ancora la famglia Di Lascia resta in attesa di una via in onore del maestro, Vincenzo Di Lascia. Alla famiglia, il ns sindaco, ha lasciato solo una delibera senza mai dare esito o seguito alla cosa. Figura rinomata, quella di Tridicello, per carità a cui va tutta la solidarietà e rispetto. Ma anche chi scrive in silenzio in uno studio con un curriculum comprovato di pubblicazioni, merita la giusta gloria, pur non facendolo in aperta piazza e visibile da ogni passante.
Grazie dell’articolo. Vs lettrice affezionata, Rita
Un altro pezzo di cuore che lascia/abbandona la propria città che non offre stabilità, pur esplicando un’attività, alla famiglia di Raffaele Pasqua, figlio ed erede dell’attività di Tredicello.